Terrore



danila comastri montanari
Terrore
mondadori
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Parigi, annus horribilis 1793: esauriti gli entusiasmi rivoluzionari, per sopravvivere alle pressioni interne ed ai nemici esterni, la giovane repubblica francese si è trasformata in un’autocrazia sanguinaria. Mentre si prepara l’esecuzione di Maria Antonietta, Etienne Verneuil, avvocato dagli incerti natali viene incaricato di indagare sulla morte di un importante esponente giacobino, di cui è stata ritrovata la sola testa mozzata, accompagnata da un biglietto dagli accenti inquietanti.
Le teste mozze ovviamente si moltiplicheranno, così come le peripezie del povero Etienne che, nel frattempo,cercherà di raddrizzare qualche torto e si barcamenerà fra un buon numero di fanciulle, senza perdere nè la tenerezza nè, soprattutto, la fede repubblicana.
Un bel giallo storico, rigoroso e corretto, come al solito, trattandosi della Comastri Montanari. Abbastanza schierato ma serio e non banale nel tentativo di spiegare le ragioni di Roberspierre & co nel fare ciò che hanno fatto. Bello, quindi, ma non impeccabile: l’autrice si dilunga un po’ e la trama è resa farraginosa dai troppi nomi e dal moltiplicarsi dei personaggi secondari, però l’ambientazione è avvincente e il meccanismo tiene fino in fondo. Forse la lettura ci avrebbe guadagnato dalla soppressione dell’inutile sottotrama legata al passato del protagonista e da una drastica limitazione delle manfrine con le (troppe) sottane che ruotano attorno al malmostoso Etienne, e che invece verso la fine del libro dilagano, senza alcuna pietà per l’ormai annoiato lettore.

donatella capizzi

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