Sandrone Dazieri

Il libro (di un altro) che avresti voluto scrivere e il libro (tuo) che NON avresti voluto scrivere

I libri che avrei voluto scrivere sono centinaia, praticamente tutti quelli che ho letto e mi sono piaciuti. Rimanendo nel campo del possibile direi Fight Club di Palahnuk, di cui riconosco alcuni temi di fondo. Il mio che non avrei voluto scrivere, se devo dirlo, quello che ho fatto per la Disney: Ciak si indaga. Mi sono trovato malissimo con i paletti che la casa editrice aveva posto per l’utilizzo del personaggio di Topolino (Topolino ha sempre ragione, il cattivo deve essere cattivo fino in fondo ecc). Alla fine quello che ne e’ uscito e’ molto lontano dal progetto iniziale.

Sei uno scrittore di genere o scrittore toutcourt, perché?
Mah. Sono orgoglioso di essere uno scrittore di genere, anche se mi rendo conto che i miei noir sono molto contaminati da altre influenze, come la commedia e la critica sociale. Comunque, le definizioni le lascio agli altri.

Un sempreverde da tenere sul comodino, una canzone da ascoltare sempre, un film da riguardare.
Il falò delle vanità di Tom Wolfe, New Frontier di Steely Dan, C’era una volta in America

Si può vivere di sola scrittura oggi?
Conosco un sacco di gente che vive di sola scrittura. Io sono mezzo e mezzo, perche’ faccio anche il consulente editoriale. Pero’, se per scrittura non si intende solo la scrittura di libri e’ piu’ facile.
Quasi tutti gli scrittori a tempo pieno fanno altro oltre i romanzi: sceneggiature, fumetti, collaborazioni con giornali.
Favorevole o contrario alle scuole di scrittura creativa? Perchè?
Favorevole perche’ qualche dritta riescono a darla. Molta gente si rivolge a me con domande di varia natura su come scrivere o pubblicare, le scuole serie sono li’ a rispondere a queste domande.
Certo, dipende da che insegnante ti capita e certo, se non hai un minimo di talento nessuno te lo puo’ dare. Una volta credevo che tutti potessero diventare scrittori per lo meno medi, con tanto impegno e studio. Oggi ho capito che non e’ cosi’. E’ come l’orecchio musicale, se non ce l’hai non diventerai mai un cantante.

Tu hai visto la trasposizione cinematografica di un tuo libro: che effetto di ha fatto? E’ vero che nel passaggio fra la carta e la pellicola si perde qualcosa o no?

Ho visto la trasposiozione cinematografica di un mio romanzo, La cura del Gorilla, e di un racconto, L’ultima Battuta (per la serie Crimini. Non e’ ancora andato in onda, ma io l’ho visto). Che dire.
Non sei mai pienamente soddisfatto, per quanto registi e attori possano essere bravi, e io ne ho avuti di bravi, soprattutto perche’ la tua “voce” interiore dei personaggi non e’ mai quella che poi viene recitata. Sono sempre un po’ differenti. I miei libri, poi, tendono a essere incasinati, con un mix di comico e drammatico, e questi mix sullo schermo non funzionano mai come sulla carta. Si perde in complessita’. Pero si guadagna la bravura degli interpreti. Uno scambio alla pari.

paolo roversi

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