Sara Bilotti – l’oltraggio – Intervista

unnamed (1)Una trilogia erotico-noir nata quasi per gioco, piace molto all’editore Einaudi e diventa “L’oltraggio”, “La colpa” ed “Il perdono” di Sara Bilotti. A pochi giorni dall’uscita del primo volume ( L’oltraggio, pagg. 304, euro 9,00), l’autrice mi racconta come dalla sua idea di una trama nera intrecciata ad una storia passionale ha scritto i tre romanzi che saranno pubblicati a cadenza bimestrale. La protagonista è Eleonora « una donna piena di contraddizioni che fatica a trovare un posto nel mondo. Fa tante domande, è curiosa e selvatica- mi dice Sara – ha un carattere complicato e un passato che la ossessiona». Eleonora, rimasta senza lavoro, “aveva lasciato un uomo narcisista e bastardo, il cuore le sanguinava ancora” e trova rifugio nella villa “Bruges” dalla “sua prima amica, una specie di sorella adottiva” Corinne. La villa è di Alessandro, il compagno di Corinne, appassionato di teatro e uomo bellissimo e molto attraente, ed è frequentata anche dai suoi fratelli Emanuele e Maurizio e dalle loro compagne. A contatto con quel microcosmo apparentemente perfetto Eleonora percepisce che “l’immobilità del luogo la agitava, creava terremoti nella sua testa”. Ogni personaggio rivela un nuovo volto o uno nascosto e l’autrice ricrea una scena quasi teatrale in cui agiscono uomini e donne che si relazionano tra loro in modo un pò oscuro e torbido. Tutto è come veramente appare? Eleonora entra in un vortice di sensazioni e sentimenti che la rapisce ed è attratta sia da Alessandro che da Emanuele ma forse ad attrarla è più il segreto che custodiscono. “Quel microcosmo aveva leggi tutte sue e lei ci era finita in mezzo, al centro di un buco nero” ma di quel buco Eleonora se ne sente parte e cerca di comprenderne il motivo. Vuole scoprire la verità sul passato dei due fratelli e come in uno specchio ricerca anche la verità su se stessa. Cosa si nasconde dietro quei gesti, dietro quei rapporti basati sul sesso? Sara Bilotti fa compiere alla sua protagonista un’indagine che dalle mura della villa porta dietro e dentro la mente umana che fa della perversione una tana.
Per Eleonora, che potrebbe anche essere Giulietta come la chiamava Corinne da adolescente, o Alice, come la chiama Emanuele, ogni gesto, ogni parola diventano un richiamo sessuale e un segnale da approfondire per capire la propria identità. “Le vite dei fratelli l’avevano attratta come una calamita potente, e lei, un piccolo chiodo, era ora immobile su un grande magnete”. Bilotti costruisce una trama avvincente che indaga perversioni e sentimenti e si sofferma sull’erotismo in un gioco narrativo che ha le regole del noir. Il lato oscuro, celato, nascosto è quello che interessa all’autrice che dota la sua protagonista di coraggio e intraprendenza ma anche di fascino e di spregiudicatezza nelle sue scelte e nel suo cedere al richiamo del sesso. Con “L’oltraggio” Eleonora compie il primo passo verso la verità ma la sua indagine è ancora solo all’inizio!

Sara, i personaggi maschili dei fratelli Alessandro ed Emanuele hanno un ruolo preponderante sin dall’inizio del romanzo. Possono essere considerati come due facce di un unico protagonista, due volti dello stesso uomo?
Alessandro ed Emanuele sembrano avere diverse cose in comune. Entrambi amano condurre il gioco. Entrambi esercitano il potere con naturalezza, e questo li rende estremamente carismatici. La loro vera natura, però, si nasconde sotto la maschera di una somiglianza che inganna. Quando essa verrà fuori del tutto, e lo farà solo alla fine della trilogia, le loro differenze saranno così palesi da rendere impossibile considerarli due volti di uno stesso uomo.
Perchè l’ambientazione toscana?
La trovo una terra suggestiva, in cui Arte e Bellezza si mischiano agli odori, ai sapori, alla vita di tutti i giorni. La campagna toscana mi pare una cornice perfetta per storie decadenti, racconti di segreti, confessioni di animi inquieti. Ogni volta che sono lì sento ancora più forte il bisogno di raccontare l’uomo, le sue contraddizioni, i suoi tormenti, e la consolazione che solo l’arte può donargli.
Hai uno stile molto asciutto e punti tanto sui dialoghi. Vedresti bene una trasposizione cinematografica della trilogia?
Scrivo per immagini. E’ così da sempre: quando ero molto piccola le mie storie non erano altro che lunghe sequenze cinematografiche impresse nella memoria. Poi, finalmente, ho imparato a scrivere e non ho corso più il rischio di veder sparire i ricordi delle immagini, giorno dopo giorno. Ancora adesso è così: vedo cosa accade e lo trascrivo. La trasposizione cinematografica dei miei romanzi sarebbe la realizzazione di un sogno di bambina.Eros ma anche elementi di puro noir.
Quali sono stati i tuoi maestri letterari?
I miei maestri non sono legati a un genere preciso, così come la mia ispirazione. Da brava lettrice compulsiva, ho amato e saccheggiato centinaia di romanzi e autori completamente diversi l’uno dall’altro, ma direi che quelli che mi ispirano di più sono: Donna Tartt, Elfriede Jelinek, Marguerite Yourcenar e il re Stephen, maestro della suspence.
Cosa ti aspetti dopo l’uscita dell’oltraggio e del suo seguito?
Ho sempre avuto poche aspettative. Tutto ciò che mi è accaduto non è stato in nessun modo previsto, direi neanche immaginato. Ho una speranza, però, quella di tirar fuori dal cassetto i dodici romanzi che ho scritto in quasi trent’anni. Sono come un percorso, come briciole che segnano la via, lavorarci su diventerebbe un viaggio alla scoperta di me stessa.

Cristina Marra

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