Soglia critica



Alessandro Prandini
Soglia critica
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Seconda avventura gialla per il commissario Scozia e il suo numero due: Sara Fiorentino che stavolta devono affrontare un assassino che ama Maupassant… Due delitti infatti si susseguono a distanza di pochi giorni in una Bologna immersa nella calura estiva. Le vittime sono due donne, la prima una giornalista affermata con brillante marito giornalista anche lui e giovane amante, la seconda, una insegnante elementare complessata, con alle spalle una lunga storia di fragilità nervosa, vengono ritrovate una dopo l’altra, a distanza di pochi giorni nude, nella loro camera da letto, con a fianco una scala e una citazione tratta da Bel Ami di Maupassant. Tutto potrebbe far pensare a un serial killer. Un serial killer letterato che colpisce implacabilmente, ma il commissario Scozia non ci crede e con il valido aiuto di Sara Fiorentino cercherà di risolvere il caso… Il vezzo dell’assassino di riferirsi a Maupassant, farà scoprire qualcosa che porta a legare questi omicidi al passato. Salta fuori che le due donne si conoscevano e nei lontani anni universitari del 1983 avevano creato insieme ad altri due il gruppo Bel-Ami i cui componenti come l’eroe di Maupassant Georges du Roy, fortunato arrampicatore nella Francia dell’800, miravano all’ascesa sociale… E non è finita. Sotto i portici di una misteriosa Bologna, con uno zaino sulle spalle, si aggira uno strano assassino pronto a colpire ancora. Ma la trama di un giallo non si può, né si deve svelare. E poi questo è un giallo a concezione tradizionale che segue le vecchie regole, con normali indagini correttamente programmate. Ambientazione ben costruita. Narrazione gradevole, scorrevole che incuriosisce e funziona. I due protagonisti principali, Scozia e Fiorentino, simpatici, umani – lui, divorziato e con un figlio adolescente, ama il cognac e la pianola e lei giovane, moderna con la verve della sua età – che con i loro pregi e difetti cercano di mettere insieme e portare avanti un buon rapporto tra loro. La concatenazione dei fatti tiene, ma la trama che, a mio vedere, forza un po’ troppo il tema noir sociale di una pseudo vendetta o della folle programmazione di un’anormale giustizia fai da te, provocata da distorsioni mentali dovute a quelle che si credono terribili colpe del passato, mi lascia un po’ perplessa.

patrizia debicke

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