L’ultima neve d’inverno



Stina Jackson
L’ultima neve d’inverno
Longanesi
Compralo su Compralo su Amazon

Stina Jackson è nata nel nord della Svezia, ed è già autrice dell’acclamato Ghiaccio e argento, pubblicato sempre da Longanesi nel 2019. Ama quindi le ambientazioni chiuse, fra boschi innevati, dove la gente è sempre vestita con pesanti giacche a vento e il freddo penetra le ossa. C’è odore di legna bruciata, gli occhi sono arrossati e la vita è molto dura.

Ed è con queste premesse che torna con un secondo romanzo dal titolo L’ultima neve d’inverno, strutturato su due piani paralleli, presente e passato, che sul finale vanno a collimare. 

La protagonista è Liv, una donna che lavora in una stazione di servizio e abita a Ödesmark, con l’anziano padre Vidar e il figlio diciassettenne Simon. La madre si è invece suicidata subito dopo la sua nascita, impiccandosi a un albero del giardino. La sua è un’esistenza grama, continuamente soggiogata dall’anziano genitore, un padre padrone che vive in miseria, quando invece sarebbe ricco. 

Perché Liv non se ne va? Si chiedono tutti, quando la vedono arrivare al lavoro, accompagnata puntualmente dal padre. Vidar la porta e la va a prendere, quasi fosse una bambina. Un vecchio dispotico, assai odiato dai paesani, che ricatta Liv moralmente e s’impiccia delle sue relazioni con gli uomini. “Se te ne vai mi ammazzo”.

Parallelamente, ci sono pagine in cui una ragazza tenta mille volte la fuga, ma ogni volta è riacciuffata e ricondotta a casa. Un divario lacerante fra desiderio di libertà e legami di sangue, che apre nient’altro che un scenario di sofferenza profonda.

Ritornando al presente, dato che i capitoli si alternano, una notte il vecchio Vidar si allontana col fucile e scompare. Viene ritrovato pochi giorni dopo in fondo a un pozzo, con una pallottola in testa. Nel villaggio sono in tanti a volerlo morto. Per cui parte una sorta di caccia all’uomo, guidata da sospetti e antichi pregiudizi. Chi è stato?

Il sentore ricade su Johnny, l’affittuario che ha una relazione sessuale con Liv e che il padre non approvava. Ma potrebbe essere opera anche di Liam, un ex spacciatore di droga che per amore della figlioletta ha oramai messo la testa a posto. E perché non Juha? Un cacciatore che vive in completa solitudine e che in passato ha avuto una relazione con Liv. 

Liv però continua a sentirsi oppressa. Le sembra che Vidar ancora la controlli e capisce che, se vuole essere libera, deve scovare il colpevole. Si mette quindi a indagare, ma quel che scoprirà andrà oltre ogni immaginazione. 

Il finale è proprio col botto, inaspettato! Per questo il romanzo oserei dire primordiale, tanto i sentimenti sono appena abbozzati, sottintesi e per nulla esplicitati, apre scenari che portano alla riflessione. La libertà è qualcosa di molto complesso, che deve fare i conti col dovere, con cordoni ombelicali mai recisi e, soprattutto, col senso di colpa.

Ognuno è artefice del proprio destino, ma prima di comprenderlo si è costretti a passare per mille tormenti.

Il paesaggio della Svezia, la neve, il freddo, sono protagonisti alla stessa stregua dei personaggi. Con la loro durezza ingannano, mantengono tutto congelato. Eppure sotto pulsa la vita, non è mai troppo tardi.

 

Cristina Biolcati

Potrebbero interessarti anche...