Giusto e doveroso rimettere in circolazione in versione e-book con il bel titolo Segundo, molto adatto e incisivo, l’intrigante thriller storico di Elena e Michela Martignoni pubblicato nel 2010 dalla Corbaccio come Autunno rosso porpora.
Giusto perché la storia è bella e lo meritava, e giusto perché penso anch’io che i lettori forti – che poi forse sono gli unici a leggere veramente in Italia e a ricercare una bella trama in un romanzo – si stiano avvicinando con convinzione al “divorare su tavoletta”. È comodo, permette di portarsi dietro quasi un’intera biblioteca, eccetera, eccetera, eccetera.
Comunque mi ha fatto piacere ritrovare Segundo. Il Rinascimento è un ricco forziere dove bisogna saper attingere con conoscenza e rispetto della storia. Cosa che le sorelle Martignoni – che inserisco a ragione tra i migliori esperti dei Borgia in circolazione in Italia – fanno con buon gusto e determinazione.
Sia nel loro primo libro Requiem per il giovane Borgia, un thriller sull’assassinio del figlio prediletto di papa Alessandro VI che fu un best-seller internazionale, che nel secondo, Vortice d’inganni, dove dominava la figura di Cesare Borgia, il famoso duca Valentino, le “borgiane” sorelle giostravano abilmente la trama delle fiction, basandosi soprattutto su fatti e protagonisti realmente esistiti.
In Segundo, invece, scelgono di usare la storia e i suoi protagonisti come scenario, un importante e ben calibrato scenario, ma la maggior parte dei personaggi è inventato, sono figli loro. E a loro le Martignoni, dopo avere dato atti e volto ai mandanti ed esecutori dell’efferato omicidio, affidano la soluzione di quello che si potrebbe definire uno dei più brucianti “cold case” della storia: l’uccisione a Roma il 14 giugno del 1497 di Juan Borgia, sfrenato secondogenito di Alessandro VI e Vannozza Cattenei
E quindi Segundo è l’ideale seguito di Requiem per il giovane Borgia. Ritroviamo infatti subito, nei primi capitoli di Segundo, i suoi assassini liberi, in circolazione e pronti a commettere nuovi crudeli atti criminali. Ma, parafrasando la celebre canzone di Gaber: “Ma per fortuna che c’è il Riccardo”, si potrebbe dire: “Ma per fortuna che c’è Segundo”, il misterioso vendicatore che si farà carico di farli fuori uno dopo l’altro.
Una vendetta, che per lui diventa quasi una missione e una vera dannata ossessione che porterà avanti a ogni costo anche a rischio di coinvolgere degli innocenti e senza risparmiare neppure se stesso. Troviamo nelle pagine di questo romanzo un alto clero sfrenato e vizioso, personaggi importanti e meno, altri molto semplici e più umili ma tutti ben calibrati e credibili. Ho molto apprezzato il cammeo che vede in scena il grande e ancora giovanissimo Michelangelo Buonarroti e la costante presenza, davanti e dietro le quinte, del cerimoniere pontificio Giovanni Burcardo.
La trama thriller, densa di tranelli, agguati, passioni che ci riportano un secolo vissuto a forti tinte da tutti i suoi maggiori protagonisti storici, tiene bene e avvince fino alla fine.