Ultima di campionato



francesco abate
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Vanni Visco è innamorato della scuola e della cultura in generale, ma purtroppo per lui ha un dono: gioca a calcio benissimo. Quello che per altri sarebbe una fortuna indescrivibile si trasforma per il protagonista in un incubo. Lui, così attratto dai libri, ha la struttura fisica e il tocco di palla dei veri fuoriclasse e viene così instradato dalla famiglia verso i campi da calcio. E fuoriclasse lo è davvero. Il suo percorso verso la gloria sportiva è inarrestabile e contribuirà a portare la sua squadra diverse volte a vincere lo scudetto e la Nazionale fino alla fase finale dei mondiali. Accanto a questi successi si affiancano naturalmente quelli monetari e quelli con le donne che farebbero di tutto per una notte d’amore con lui.
Non è però contento di questa vita che considera assolutamente vuota e priva della forza vitale necessaria ad essere vissuta.
La sua grande passione però non è il calcio, che considera ben poco, ma la cultura. E’ così che diventa amico di bibliotecari e librai e quello che legge in questi libri viene, nel romanzo, alternato ai momenti di vita. Questa dicotomia lo convince ad un gesto plateale perché non riesce più a sopportare lo doppiezza che sta vivendo. Ed è da qui che abbiamo l’incipit del flusso di coscenza che è questo romanzo.

Un libro decisamente contro il sistema calcio per come lo vediamo in questi anni con il professionismo esasperato che lo sta portando verso il tracollo e l’inevitabile suicidio. A tratti è un po’ irreale, ma nel complesso ben riuscito e che porterà il lettore verso un finale che non si sarebbe mai aspettato

stefano favaro

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