Milano 1947, misteri a Porta Venezia



Fulvio Capezzuoli
Milano 1947, misteri a Porta Venezia
Todaro
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Milano 1947, misteri a Porta Venezia di Fulvio Capezzuoli, narra la seconda indagine del commissario Maugeri, già protagonista di Milano 1946, delitti a Città Studi.
Consiglio ai lettori di andarsi a leggere anche il primo romanzo di Capezzuoli perché Maugeri, la sua famiglia e la sua squadra nella precedente storia , forse meglio delineati, riuscivano a regalare un’atmosfera più calda e vissuta.
E invece niente da dire per quanto riguarda la ricostruzione dello scenario signorile, certi particolari storico ambientali, la piacevole trama e l’intreccio poliziesco ben costruito e intrigante.
Poche righe per darvi un assaggio: un anno è passato da Milano 1946, delitti a Città Studi. Stavolta l’indagine del commissario Maugeri parte dal ritrovamento nello spogliatoio dell’esclusivo club di tennis, Circolo Sportivo Naviglio Grande, del cadavere insanguinato del conte Alessandro Ranieri, cinquantenne rampollo di una illustre e molto abbiente famiglia milanese che durante la guerra è stato vice console in Giappone.
Scritto con vernice rossa nell’armadietto del nobiluomo viene trovata una misteriosa parola RAMBII… Avrà a che fare con l’omicidio?
Maugeri riceve l’ordine formale di recarsi a casa del morto e indagare “in punta dei piedi” perché si tratta di una famiglia altolocata e il fratello maggiore ha un’importante posizione a Roma al Ministero, ma qualcosa non quadra troppo.
Quali misteri si nascondono dietro la porta della bella villa dei Ranieri di Via Mozart?
L’ex partigiano Maugeri, alle prese con la nobiltà milanese, si barcamena e comincia a indagare. Ci sono possibili indiziati, qualcuno sembra coinvolto fino al collo, ma…
Si scopre che l’arma del delitto è una katana, una spada giapponese.
E l’assassino colpisce ancora . Il movente potrebbe partire da lontano, lontano nel tempo e nello spazio. Poi zak la soluzione su un piatto d’argento, facile, a portata di mano e bisogna chiudere il caso. Stampa e questura soddisfatti, polizia anche, ma Maugeri no!
Lui non è soddisfatto, gli pare una finta e testardo continua a indagare da solo. Ma si deve veramente sapere la verità?
La storia c’è, tiene, coinvolge e arriva dritta al finale che è tutto una sorpresa.

Patrizia Debicke

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