Un titolo scacchistico. Un thriller storico. Ad indagare Leonardo da Vinci. Prendiamolo, mi sono detto.
Milano 1483. Ludovico Sforza detto il Moro e lambasciatore di Francia Monsieur Villasse si giocano a scacchi viventi un piccolo dipinto di Leonardo. Il conte di Ferrara, cugino del Moro, che rappresenta lAlfiere bianco viene trovato morto nel cortile del castello ucciso da un coltello che reca lo stemma dello stesso Sforza. Ad indagare sullaccaduto Leonardo aiutato dal nuovo apprendista Dino. Che poi proprio Dino non dato che trattasi di una dolce fanciulla, Delfina, scappata di casa con la benedizione del padre a seguire i suoi sogni pittorici.
Per non farsi riconoscere si travestita da maschietto, il che gli procura qualche problemuccio nel rapporto con gli altri apprendisti e con una certa Marcella.
Oltre la storia poliziesca, resa pi complicata da un altro morto ammazzato, dalla sparizione di un servitore, dal ritrovamento di un pezzo degli scacchi (probabilmente una Regina) al cui interno si nasconde una piccola chiave misteriosa e di una lettera scritta in latino, si alternano e si mischiano fra loro: la storia personale della ragazza, spunti sulla societ del tempo, in modo particolare sul lavoro del pittore (preparazione dei colori, pittura a secco, affresco), il rapporto politico tra la Francia e lo stato di Milano, qualche notazione sul gioco e sulla evoluzione degli scacchi e la figura dello stesso Leonardo da Vinci. Il grande artista, organizzatore degli spettacoli di corte, chiamato ad abbellire il palazzo del Moro con sculture e pitture, creatore di macchine belliche e di vari marchingegni.
Figura un po fiacca e stereotipata, a dir la verit. Il tutto narrato in prima persona da Dino-Delfina che cerca in ogni modo di allontanare i sospetti di un rapporto troppo amichevole e ravvicinato con il Maestro. Scrittura pulita, lineare, a tratti direi quasi scolastica e come scontata senza quella presa diretta che ho trovato in altri lavori similari. Tra mediocre e discreto.