Una coppia perfetta



Joe R. Lansdale
Una coppia perfetta
einaudi
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Laborde, Texas. Quindici anni fa, due anni fa, il settembre scorso. Hap Collins è biancuzzo, castano, un metro e ottanta, ben piazzato, pigro e orgoglioso, ha fatto obiezione di coscienza lottando con la galera contro il Vietnam, brevemente sposato, buon psicologo di uomini, esperto di Hapkido e arti marziali, arsenale nascosto in casa, mira straordinaria, vota democratico quando ci va, vive d’amore con la bella acuta rossa naturale, infermiera professionale Brett, scopando spesso come ricci. Leonard Pine, è nero macho grosso, megachecca, luce maligna negli occhi, decorato in guerra, appassionato di Dr Pepper e biscotti alla vaniglia, manovalente per lavorare e menare, magro ordinato pulito atletico, brizzolato ormai, si arrangia da Hap e Brett quando non convive con amanti (John che fine ha fatto?), elettore repubblicano se vota. Hap e Leonard sono anche affiatati impazienti culo e camicia. I tre brillanti racconti del volume appositamente sfornato per i tanti lettori italiani dall’eccelso 61enne Joe R. Lansdale (“Una coppia perfetta”, Einaudi 2013, pag. 195 euro 16; orig. 1999, 2011 e 2013, trad. Luca Briasco), con Hap in prima al passato, sono ironici noir. Nel breve “Veil’s Visits” (scritto con Andrew Vachss) un avvocato amico di Hap aiuta Leonard a non farsi condannare per aver dato fuoco alla casa dove si spacciava crack. In “Hyenas” un ragazzo casualmente ben malmenato da Leonard chiede di aiutarlo a salvare il fratello da una pessima banda di rapinatori omicidi, che sequestrano pure Brett. In “Dead Aim” l’amico investigatore Marvin Hanson li mette in contatto con un’alta bella signora, capelli neri e occhi verdi, che dice di aver paura dell’ex, forse collegato alla Dixie Mafia. Citano tanti film, rischiano molto, risolvono tutto. Hot dog e cucina messicana. Iris DeMent e country.

valerio calzolaio

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