Alfredo Conde

La prima edizione del neonato Premio Grinzane Civiltà delle Minoranze premia Alfredo Conde Cid (Allariz, 6 gennaio 1945), scrittore, giornalista e politico spagnolo bilingue che scrive sia in gallego  che in spagnolo per la sezione internazionale. Personaggio di primo piano della cultura spagnola,  purtroppo non è ancora molto conosciuto in Italia perché della sua opera è stato tradotto solo “Il Grifone” alcuni anni fa.  Cresciuto in una famiglia dell’alta borghesia gallega con la figura predominante della nonna Regina ha studiato nautica a La Coruña e si è laureato in storia all’università di Santiago di Campostela. E’ stato imbarcato sulle navi passegeri, ha insegnato storia, e ha lavorato in una banca (è cugino del finanziere Mario Conde). Dal 1981 al 1993 è stato deputato al Parlamento della Galizia e dal 1987 al 1990 Ministro della Cultura dello Stato della Galizia.
La sua prima opera fu la raccolta di poesie, Mencer de Luas (Galaxia, 1968), pubblicata nel 1968. Le opere di narrativa più significative dal 1974 sono: Mementos de vivos (Galaxia, 1974) e Breixos (Càtedra, 1981), che gli è valso il Premio della Critica Galiziana. Memoria de Noa (Xerais de Galicia, 1982) ha vinto il Premio Novellistico Chitòn e il Premio Icaro, mentre Xa vai o Griffon no Vento (Galaxia, 1984), tradotto in varie lingue tra cui il russo e l’italiano, si è aggiudicato il Premio Letterario Blanco Amor, il Premio della Critica Spagnola, il Premio Letterario Nazionale e il Premio Grinzane Cavour che lo ha segnalato all’attenzione internazionale come autore della miglior opera straniera pubblicata in Italia nel 1990. Nel 1989 pubblicò Música sacra e nel 1991 con  Los otros días vinse il Premio Nadal. Le sue opere più recenti sono Sempre me matan (1995), A casa de Adara (1996). “Azul cobalto. Historia posible del Marqués de Sargadelos”, (2002). “Memoria de soldado”, (2002), il noir  “Romasanta. Memorias incertas do home lobo” (2004) e “Lukumí” (2006). Nel suo ultimo libro  “María de las batallas” (2008) Alfredo Conde torna all’ambientazione storica descrivendo l’attacco alla città di La Coruña in cui si affrontarono María Pita e il pirata Francis Drake.  Ritiratosi dall’attività politica, Alfredo Conde ha affiancato l’attività di narratore con quella di giornalista collaborando con diversi giornali: El País, ABC, La Vanguardia, El Periódico de Cataluña, La Voz de Galicia and attualmente  El Correo Gallego, attività che gli ha valso i premi per il giornalismo Fernández Latorre e Julio Camba.
Dal libro Romasanta è sato tratto il film “I delitti della luna piena” di Paco Plaza. Sulla sua opera sono state discusse parecchie tesi universitarie nei paesi ispanici, in Australia e in Italia dove è oggetto di un corso di studio all’Università Roma Tre.
Corre voce che l’Università di Melbourne lo avesse proposto per il Premio Nobel per la Letteratura.
Attualmente Alfredo Conde vive solo, a una decina di chilometri da Santiago de Campostela, sta scrivendo un libro giallo, a suo dire un po’ anomalo perché non rispetta i canoni del genere.
Ha un grande giardino, coltiva un orto, ha alcuni cani e una barca con cui naviga, va a pesca da solo nell’oceano Atlantico quando non è in giro per il mondo a promuovere i suoi libri o a tenere conferenze.

Puoi raccontarci qualcosa della tua vita?
Si, però non desidero farlo. Potrei raccontare di me a qualcuno che conosco, a te, ma non so se ai lettori può interessare. Ai lettori deve interessare quello che scrivo, non chi sono e cosa faccio. Solo il fatto di dover parlare della mia vita genera in me un certo pudore, preferisco non parlarne. Vivo solo. Sono un tipo solitario. Leggo e scrivo. Scrivo e leggo. Tutto qui.

Hai un metodo per scrivere?
Ho una grande disciplina. Da giovane ero stato imbarcato sulle navi passeggeri. Sulla nave la disciplina era totale., lì ognuno sapeva cosa doveva fare e lo faceva. Durante il servizio militare, nell’Esercito c’era ugualmente disciplina, più esteriorizzata con il saluto e il contemporaneo battere dei tacchi, con il “sì signore” e tutto il rituale connesso, il resto lo si affrontava con più calma. Il mio concetto personale della disciplina coincide con il primo esempio. So cosa devo fare e lo faccio senza che nessuno me lo imponga.

Cos’è per te la scrittura?
La possibilità di rubare vita alla morte. Tutte e ciascuna delle vite che animano le mie storie sono furti che ho fatto alla “bastarda” e sono molto orgoglioso di questo.

Qual è il tuo rapporto con l’Italia?
Quando sono arrivato per la prima volta ho iniziato a guardarmi intorno e non facevo altro che ripetere a me stesso: “Accidenti, questo lo avevo studiato al primo anno delle superiori! Caspita, questo all’ultimo anno! Accidenti ancora, questo all’Università! E continuo a fare così.

Dove sono maggiormente letti i tuoi libri?
Fino a una quindicina di anni fa soprattutto in Spagna. Da una decina di anni sono molto letti anche in Russia e in Australia.  Per un periodo anche in Italia. Non cifre grandiose ma mi difendo bene. 

Ci racconti qualcosa del tuo prossimo libro?
Si, è un giallo che tratta di una bufala circa l’esistenza delle ossa dell’apostolo Santiago nella cattedrale di Compostela e di una serie di crimini originati dalle scoperte scientifiche fatte con l’esame del DNA su di esse. Temo che questa storia potrà lasciare la Curia senza prelati…Mi sto divertendo a scriverla, il giallo è un genere letterario geniale. Mi diverte.

Com’è considerato il genere giallo in Spagna?
E’ ancora considerato un genere minore, ma sta prendendo sempre più piede.

La più grande soddisfazione della tua vita?
In questo momento rispondere alle tue domande.

Cosa chiedi alla vita per il futuro?
Non chiedo niente, non mi aspetto niente. Accoglierò tutto quanto di buono vorrà darmi e spero di sapermi accontentare di quello che mi darà senza che io lo chieda e di essere in grado di contrastare le avversità che mi si parano davanti. Almeno cercherò di farlo nei limiti del possibile.

www.alfredoconde.es

Ambretta Sampietro

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