Aringhe rosse senza mostarda



alan bradley
Aringhe rosse senza mostarda
sellerio editore palermo
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Bishop’s Lacey (fittizia England). Tarda estate 1950.

Flavia, 11enne di nobili origini, occhi azzurri e freddi, udito sopraffino, talento per la chimica (si è pure attrezzata un magnifico laboratorio), vive nell’ antica magione e tenuta di Buckshaw, a sud del villaggio e gira con la fida bicicletta Gladys. La madre Harriet è morta in un’escursione in Tibet dieci anni prima. Il babbo Haviland, colonnello con baffetti, è un filatelico collezionista di francobolli in ristrettezze finanziarie, le sorelle maggiori Ophelia Feely, 17enne, e Daphne Daffy, 13enne, ferocemente scherzose.

Per caso incontra e consulta la Zingara Fenella Faa, che poi viene aggredita e ridotta in fin di vita. Ne conosce la nipote Porcellana e scopre il cadavere di un antipatico ragazzo sul tridente di una statua. Investiga su “false piste” con l’aiuto del bell’ ispettore Hewitt.

Graziosa ma troppo osannata la recente serie Flavia De Luce’s Mysteries del canadese 73enne Alan Bradley, pubblicati finora in Italia solo i primi tre dei sei gialli. Danny Kaye al grammofono.

valerio calzolaio

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