La terra della mia anima è la storia di un uomo della mala vecchio stampo, di un contrabbandiere che trova la propria patria nelle frontiere. Quest’uomo è Beniamino Rossini, partner e amico del’investigatore creato da Carlotto, l’Alligatore, in ben cinque romanzi.
Rossini (persona reale qui identificata con un nome di fantasia) lo ritroviamo all’inizio di questo libro seduto davanti a un registratore intento a raccontare la sua “malavita” all’amico Massimo Carlotto: sta morendo e vuole affidare i suoi ricordi all’amico scrittore.
Il risultato è un romanzo pieno di passione, molto diverso dai precedenti, con il quale l’autore padovano si riconferma uno dei migliori autori italiani in circolazione.
La terra della mia anima deve essere stato un romanzo sicuramente difficile da scrivere per lui, perché raccontare di un amico che se ne va per una brutta malattia non è facile per nessuno; difficile perché nel libro c’è anche lo stesso Carlotto, in veste di detenuto, che Rossini incontra nel carcere di Padova e con il quale stringerà una fraterna amicizia.
Carlotto racconta con maestria la vita dell’amico: ripercorrendo la vita del bandito si attraversa mezzo secolo di storia italiana, mezzo secolo di malavita; con il passaggio a dimensioni sempre più spietate, industriali e internazionali ci si muove dalla Milano liberata dai partigiani al confine con la Svizzera, dal Libano a Malta, dalla Grecia alla Spagna, da Venezia alla Croazia insanguinata e spietata della recente guerra civile. In questa storia la mala viene raccontata dal di dentro, attraverso personaggi ed episodi feroci, straordinari e inediti: gli anni di contrabbando, prima in montagna e poi in mare, gli amori, la politica, le rapine nelle gioiellerie, la musica di Ricky Gianco, il carcere e le sue leggi spietate.
La terra della mia anima non è un giallo classico ma è comunque un libro da non perdere.
La terra della mia anima
paolo roversi