L’enigma della vacca intera- Dario Cecchini e Alessandro Mauro Rossi



Dario Cecchini Alessandro Mauro Rossi
L’enigma della vacca intera- Dario Cecchini e Alessandro Mauro Rossi
Giunti
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Non avrà le pretese de I Promessi Sposi, come dicono gli autori stessi in un’intervista, però con questo romanzo si ride. E tanto.

L’enigma della vacca intera è il secondo giallo scritto a quattro mani da Dario Cecchini, esuberante macellaio di Panzano in Chianti, e il giornalista votato alla finanza Alessandro Rossi. 

Dopo Il mistero della finocchiona a pedali, del 2021, che aveva a che fare col mondo del ciclismo, i due autori tornano nel maggio 2022, sempre pubblicati da Giunti, ad infondere la loro morale, ovvero che chi vuole viver sano deve vivere a Panzano

La particolarità di questa serie è che Cecchini e Rossi non sono solo gli scrittori, bensì anche i protagonisti effettivi della vicenda, riportati esattamente nelle pagine coi loro nomi e il loro vissuto, sebbene attorno ruotino tantissimi altri personaggi, oramai più che fidelizzati.  

La vicenda si apre con un giovane cantiniere del Castello di Flacciano, Ettore, affogato in un tino di vino. Accadimento nefasto che avviene in concomitanza con la morte di Arrigo, un ospite quasi centenario della casa di riposo di Pescille, che guarda caso era proprio un suo confidente. Evento, quest’ultimo, che fa chiacchierare parecchio i paesani, dato che l’anziano Arrigo era un affiliato all’ordine dei Templari. In particolare vi sarebbe una pergamena, contenente la formula di un elisir di lunga vita, che se ritrovata potrebbe cambiare addirittura le sorti del genere umano. Il condizionale però è d’obbligo: ma esiste davvero?

Si scopre così che Ettore, la vittima del tino, non era immune ad incauti acquisti di opere d’arte, né a una frequentazione amorosa con la matura castellana, ovvero la moglie di un conte sessagenario, dagli interessi variegati.

Fra battute esilaranti (il fiorentino si presta!) e personaggi minori carismatici e tutti molto bene caratterizzati, l’indagine ufficiale è portata avanti dal maresciallo Sarra e dall’appuntato Scoppellitti, mentre in via ufficiosa indispensabile diventa il contributo di questo macellaio arguto, dalle mille idee, e del giornalista “adottato” nonché perfettamente inserito fra quelle colline. Non per niente, una frase che si legge è: bravo Cecchini, dopo quella dei ciclisti dell’altra volta e questa, hai vinto il titolo di Sherlock Holmes del Chianti.

Al di là dell’ironia, perno attorno al quale è incentrata la narrazione, la matassa si dipana per gradi, avendo cura che tutti i tasselli vadano al loro posto, nel grande puzzle costituito dall’indagine. Per poi approdare a un epilogo lentamente enunciato, sulla falsariga dei gialli di Agatha Christie. Spiegazione plausibile, che lascia intendere che i due autori abbiano compiuto un buon lavoro, nel loro doppio ruolo di investigatori e di scrittori.

L’enigma della vacca intera (titolo azzeccato per un macellaio!) è consigliato a chi ama ridere, senza mai rinunciare a quel pizzico di brivido che infondono gli indizi in un giallo. Al fine di mettere alla prova le proprie capacità deduttive. Che tanto poi, nel peggiore dei casi, la soluzione ci verrà rivelata. 

Cristina Biolcati

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