E’ appena uscita per la casa editrice Salani la quarta indagine del detective londinese Cormoran Strike con il titolo Bianco letale scritta da Robert Galbraith, pseudonimo che J.K. Rowling usa per firmare i suoi thriller e distinguerli in modo netto dalle opere fantasy.
Bianco letale è il nome di una malattia che colpisce i puledri tutti bianchi e in effetti i cavalli sono parte integrante dell’atmosfera molto British che si respira nel libro. La storia ruota intorno alla famiglia di Jasper Chiswell, ministro della cultura del Regno Unito, famiglia appartenente all’alta borghesia londinese, ma ora squattrinata e dai membri non tutti presentabili.
Il ministro assume Strike per un brutto ricatto di cui è vittima, ma di cui si rifiuta di fornire spiegazioni, tutto ciò che desidera è ottenere materiale compromettente sui ricattatori, James Knight, affascinante attivista di estrema sinistra e Geraint Winn, ambiguo consorte della ministra non vedente dello sport.
La vicenda è ambientata nell’estate del 2012, mentre Londra veniva presa d’assalto da milioni di turisti e i ministeri della cultura e dello sport erano oberati di lavoro per l’organizzazione degli eventi. In questo scenario, che ci trasporta da una parte all’altra della capitale britannica, dall’esclusiva Chelsea al popolare West Ham, Strike perde tragicamente il suo cliente a causa di ciò che sembra un suicidio causato dallo stress.
Come ci ha abituato la Rowling, l’intreccio è molto più complicato di quanto riportato sopra con l’inserimento di storie che riguardano tutti i personaggi e che risalgono anche a vent’anni prima e senza perdere di vista la vita sentimentale di Robin, assistente e socia di Strike, che nel prologo si sposa con il suo fidanzato storico di cui però non è più innamorata e che osteggia apertamente il suo lavoro di investigatrice che l’ha già messa in pericolo più volte.
Nonostante la complessità della trama l’autrice riesce a mantenere tutti i fili legati l’uno all’altro cosicchè il lettore non si trova mai nella condizione di tornare indietro per cercare un personaggio o un avvenimento importante, ma che non ricorda.
Ogni capitolo è introdotto da una citazione presa dal dramma di Ibsen Rosmersholm, cosa che pare contenere in sè un certo snobismo dal momento che non si tratta di un’opera molto conosciuta dal grande pubblico. Si tratta di un’opera difficile ispirata dalla filosofia di Kant e la sua trama non ha attinenza con la storia raccontata in Bianco letale, tuttavia le frasi riportate all’inizio di ogni capitolo sintetizzano in modo lapidario ciò che vi succederà.
In conclusione Bianco letale è certamente un ottimo giallo, con una trama complessa, ma di agevole comprensione, ricco di colpi di scena che si palesano agli occhi del lettore in punta di piedi quasi a sottolineare la loro ovvietà e a far esclamare al lettore ‘come ho fatto a non pensarci!’ e naturalmente con un finale a sorpresa.
Bianco letale
Rita Garzetti