Lucy Fly è nata nello Yorkshire ultima di sette fratelli tutti maschi. I suoi genitori per primi, si erano stupiti di aver generato una femmina, e non sapendo come comportarsi con lei o cosa farle fare sul serio, decisero di ignorarla e basta. Lucy allora crebbe pressoché isolata e con nessun affetto e nessun amico, tranne una ragazza ancora più strana ed emarginata di lei. E come se non bastasse, nella sua esistenza accadde un evento del tutto imprevisto e luttuoso che segnò definitivamente il destino di Lucy e le fece decidere di andarsene in più lontano possibile dallo Yorkshire, dalla sua famiglia e da tutto quello che le avrebbe ricordato la sua vita fino alla maturità.
La scelta di Lucy cade così sul paese del Sol Levante, e in particolare, sulla sua capitale. Un posto dove avrebbe potuto vivere pressoché nell’anonimato e parlare una lingua melodiosa e affascinante come il giapponese. A Tokio Lucy diventa Rooshy Furai e si guadagna da vivere come traduttrice. E la sua vita isolata e anonima sembra piacerle davvero un sacco. Fino a che non incontra per caso il giovane Teiji, fotografo per passione e avvolto da un alone di mistero e di segreto che a Lucy piace davvero moltissimo. I due diventano amanti ma la loro relazione non è affatto definibile e quando il ragazzo scompare senza dare nessuna spiegazione Lucy cerca di non pensarci e buttarsi ancora di più nel suo lavoro. Fino al giorno in cui la terra del Giappone trema ancora una volta e al suo ufficio si presentano agenti della polizia per portarla in centrale. Il sospetto he grava su di lei è di quelli più pesanti: omicidio. Nello specifico il presunto assassinio della donna il cui busto è stato ripescato, di recente, nella baia di Tokio e che gli inquirenti sospettano essere quello di una sua amica e connazionale anche lei scomparsa come il giovane Teiji senza lasciare traccia. Lucy Fly è quindi davvero una assassina? E perché avrebbe commesso questi crimini?
Dove la terra trema è un libro insolito, affascinante, estremo. La cupezza della trama e della protagonista si percepiscono fin dalle prime pagine. C’è qualcosa di macabro che accompagna l’intero racconto, ma come succede quando non si vuol guadare una scena che impressiona e si finisce, poi, per guardarla con trepidazione, così per questo romanzo non si riesce a smettere di girare pagina. Lo si divora letteralmente continuando a pensare: Dio che angoscia!
È questo il colpo di genio di Susanna Jones che ha pensato alla sua opera di esordio come a quelle repulsioni a cui non si può fare a meno di avvicinarsi, e dove tutta la suspense non ruota affatto sul fatto criminoso in sé, ma sulla protagonista. Una donna inquietante, sgradevole, solitaria, presuntuosa e magnifica allo stesso tempo. Non per nulla la scelta di farle raccontare tutta la storia in prima persona rende il senso di cupezza e decadimento dell’intero libro ancora più efficace. E Jones, da parte sua, rincara la dose con uno stile asciutto, incespicante e fastidioso quasi quanto intera trama, ma che è l’unico adatto a raccontare questo libro che è una vera sferzata innovativa nella narrativa internazionale.
Susanna Jones – Dove la terra trema
Antonia del Sambro