Bungalow – Ake Edwardson



Ake Edwardson
Bungalow
Baldini + Castoldi
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Kalle è un bambino svedese un po’ sognatore, fin dalla più tenera età ha però imparato che l’inverno lo si aspetta, aspetta, ma inizia la vigilia di Natale, dopo passato il Natale resta l’inverno, solo l’inverno.
In Bungalow Ake Edwardson ripercorre a ritroso tutta la sua vita, da bungalow a bungalow oserei dire.
Il giovane Kalle fugge infatti dalla Svezia in innumerevoli occasioni e sempre si rifugia nel caldo torrido e tropicale del Sudest asiatico, dove di bungalow ne vede e ne visita un’infinità.
Kalle è un ragazzo molto dotato, potrebbe svolgere molti lavori importanti fin dalla giovinezza, è pure molto talentuoso nel giocare a calcio, lui però vagabonda, erra, tra le fredde terre scandinave e le caldi regioni della Thailandia, Malesia ed Indonesia, passando anche dalla Birmania e dal Laos.
Gli uomini della sua famiglia hanno sempre avuto come costante la fuga, lo sparire per poi riapparire, anche suo padre lo ha allevato con questo “difetto”, e gli inverni sono stati sempre molto lunghi e rigidi.
Kalle dalla sua ha il dono della penna, sa scrivere molto bene e dapprima trova da vivere come giornalista e poi in seguito diventa uno scrittore. La natura inquieta e malinconica dei suoi avi che lui stesso possiede lo porta però a ripercorrerne le gesta.
La relazione con sua moglie Maria sembra la fotocopia di quella di suo padre con sua madre, hanno anche una figlia, Jenny, che lui adora ma che spesso e volentieri abbandona alla madre e a se stessa rifacendogli vivere i lunghi e rigidi inverni in sua assenza.
Vaga in moto per la Scandinavia e quando arriva il freddo pungente fugge nei tropici asiatici.
Sua figlia Jenny giunta in età adulta fuggirà anch’essa in Asia per visitare i luoghi del padre, un bel giorno però sparisce non dando più notizie di se.
Kalle così riparte un’ennesima volta per i tropici del Sudest asiatico alla ricerca della figlia, ripercorrendo luoghi, città e giungle già conosciute ed al tempo stesso si tufferà in un tunnel di rivisitazione della sua intera esistenza.
Il libro di Edwardson è un lungo e continuo alternarsi di flashback, sia geografici sia temporali dove a farla da padrone è sempre l’inquietudine del vivere, del mollare la presa verso un ideale di libertà assoluta, in contraltare al bisogno anch’esso ancestrale di proteggere le proprie radici e ramificazioni.
Un libro che vi tiene inchiodati alle pagine con la suspense di un thriller ma che in realtà è esistenzialismo crudo. 

 

Gianmarco Andreuccetti

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