Blackout – Simon Scarrow



Simon Scarrow
Blackout
NewtonCompton
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Nuovo romanzo di Simon Scarrow che stavolta, quasi a voler raccogliere la splendida eredità di Philip Kerr (e a conti fatti sarebbe l’unico scrittore in grado di farlo)   si cimenta  nella narrativa storica della Seconda Guerra Mondiale con il suo ultimo romanzo Blackout. Un thriller, giallo spy story  ambientato in quello che fu il  gelido inverno di Berlino del 1939.
Berlino, dicembre 1939. Il freddo eccezionale  e la mancanza di risorse sufficienti al fabbisogno della capitale che l’hanno già portata al razionamento, sta provocando gravi disagi alla popolazione, già sotto minaccia  di contrattacchi alleati. Disagi che affliggono pesantemente i berlinesi,   peggiorati da un rigido blackout che ogni notte, a  partire dal tramonto invernale, fa sprofondare la città in una cupa e angosciante oscurità in grado di offrire  copertura all’amoralità dilagante a ogni livello  e alla criminalità di ogni genere  in continua ascesa.
Quando poi una giovane e bella donna, Gerda Korzeny, moglie di un importante membro del partito. viene ritrovata brutalmente assassinata, il caso, per decisioni dall’alto messe subito in atto dal potente e spietato SS Oberfuhrer Muller a  capo della Gestapo, verrà affidata all’ispettore criminale della  Kripo, Horst Schenke, comandante della stazione di Pank.
Schenke, uomo retto , che crede nel suo lavoro perché si ritiene ancora un professionista al disopra della politica, è anche un ex famoso pilota arruolatosi in polizia  dopo un terribile incidente che lo ha lasciato invalido a una gamba. Ma Horst Schenke, oltre ad essere  di origini aristocratiche e quindi parte di un’élite che non sostiene appieno il Reich, non ha mai voluto aderire finora  al partito nazista. Fatto che  stranamente in questo caso farà  di lui il candidato ideale, perché  dall’alto si teme  che nell’omicidio possano essere coinvolti in qualche modo personaggi di spicco del partito.  L’indagine   infatti è molto delicata. La giovane donna violentata e uccisa era  un’ex famosa attrice,  e la moglie dell’avvocato personale di Goebbles.
Müller, capo della Gestapo, in un certo senso concederà spazio a  Schenke ma pretenderà  che il delitto sia risolto  con la massima discrezione e  prima possibile.  In breve l’ispettore criminale Horst Schenke verrà  sottoposto a un’enorme pressione morale e personale,  coinvolto senza colpe in  un fattaccio che ha l’aria di un scontro tra le diverse e ambiziose fazioni  nel partito nazista in guerra tra loro. 
Insomma fin dall’inizio anche se  si faceva   poche illusioni e sapeva di essere stato selezionato perché sacrificabile, ora è  anche consapevole dei possibili gravi  rischi  oltre che per sé, anche per i suoi colleghi del Kripo (dipartimento di investigazione criminale). E mentre Muller lo assilla continuamente, pretendendo rapidi  risultati, si renderà  conto di essere finito quasi in una  fatale trappola  perché gli vengono passate solo poche e risicare informazioni utili  e deve tenersi accanto, come osservatore un giovane membro della Gestapo. Mentre  lui e la sua squadra continuano alla cieca o quasi la caccia all’assassino.
Schenke  , che sa di non  potersi  fidare completamente di qualcuno, perché con il  clima di sospetto e caccia alle streghe di  Berlino nel 1939  non è facile riconoscere gli amici dai nemici, va avanti  muovendosi a tentoni, con cautela  come su del  terreno minato. 
Poi, come se non bastasse, la bella  fidanzata di Schenke, la ricca, difficile e viziata ma brava, Karin, nipote dell’ammiraglio Canaris, capo dei Servizi segreti militari,  che intende rafforzare il loro legame, lo presenta al  potente e autorevole zio, capo dell’Abwehr, l’intelligence militare tedesca. Conoscenza utile o pericolosa?
Schenke sa bene di aver imboccato una strada tutta in salita: in cui la slealtà vale un’immediata  condanna a morte. Deve muoversi subito ma con accorta delicatezza , come  se stessa passeggiando su una sottilissima  lastra di ghiaccio.
La vittima, un’ex star del cinema tedesco,  in passato era stata l’amante  di  Joseph Goebbels, ministro della Propaganda per il partito nazista che aveva poi favorito il suo successivo matrimonio. Negli ultimi tempi  la donna manteneva un rapporto aperto ma conflittuale con il marito e frequentava un largo giro di magnati e alti ufficiali del Reich, fatto soprattutto di feste e orgiastici festini. Aveva un pseudo amante fisso in un rapporto senza vincoli con un ufficiale superiore delle SS,  regolarmente sposato come lei.  Potrebbe trattarsi di un delitto passionale?
Ma Horst Schenke  non crede a un delitto passionale, anzi sospetta che ci sia  ben altro dietro quell’omicidio. La   scoperta poi  del corpo di un’altra donna,  uccisa con lo stesso modus operandi di Gerda  Korzeny, confermerà tutti i  suoi  peggiori sospetti. L’incrocio di dati e  di informazioni, fra diversi distretti di polizia,  farà scoprire che si sono verificati  altri omicidi simili.  Ora Schenke e la sua squadra  stanno dando la caccia a un serial killer che usa il blackout imposto a Berlino come copertura.
Un diabolico e crudele serial killer che  si nasconde all’interno di un ambiente politico marcio in cui giustizia e verità sono solo  ciò che i nazisti vogliono che sia. E allora, mentre le indagini lo portano sempre più vicino al cuore più sinistro del regime, Horst Schenke  deve darsi da fare e  scoprire la verità prima che l’assassino possa muoversi e colpire  ancora.
Un thriller storico, perfetto come ricostruzione ambientale. Ben inquadrato il grigiore dell’atmosfera cupa e gelida di una Berlino già in  guerra, in cui ciascuno vorrebbe  trovare ancora disperatamente un proprio  spazio.
Un protagonista, decisamente intrigante, che conquista, convince e  parrebbe avviato a tornare. Possibile? Ci piacerebbe.
Ben calibrati i personaggi, anche quelli realmente esistiti, sempre i meno facilmente interpretabili con i loro dubbi, le loro non facili scelte legate a un epoca tanto confusa, e forse ancora non ben decifrabile. Si percepisce l’illusione di chi credeva di poter ancora cambiare il corso del destino e la protervia di tutti coloro che invece volevano imporre solo con la forza il loro credo. 
Ma stavolta per  meglio chiudere mi faccio prestare volentieri le parole e le idee da Simon Scarrow,  copiandole  integralmente dalle sue  note:
« Black out illustra quell’epoca oscura in tutta la sua sinistra paranoia. Spero possa far aprire gli occhi sulle insidie che un personaggio come l’ispettore Schenke è costretto ad affrontare nel perseguire la giustizia. Se già questo è un conflitto difficile da mostrare per Schenke, ancora più complesso è stato cercare di descrivere le esperienze di coloro che vennero identificati come nemici del popolo. A parte gli ebrei, i nazisti presero di mira i disabili, gli zingari, i vagabondi, i comunisti, i socialisti, i social- democratici, i cattolici, gli omosessuali e tutte le altre categorie umane ritenute inferiori o avverse alla cosiddetta “ razza superiore” . Ma fu la concettualizzazione degli ebrei, e la fanatica determinazione impiegata nella loro distruzione, a rivelare la dimensione più oscura della Germania nazista…»

Patrizia Debicke

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