Con questo thriller psicologico siamo trasportati in un’Australia lontana dal turismo, visitiamo paludi, vediamo coccodrilli e pitoni giganti ed affrontiamo paure che prendono corpo e si allungano come ombre malefiche sui protagonisti di questa intricata vicenda.
Il buio non fa rumore racconta di un uomo normale Ted Conkaffey, poliziotto di professione, con un mondo quasi perfetto che lo circonda, una moglie che lo ama, una figlia appena nata, colleghi che lo rispettano e con i quali passa anche il suo tempo libero.
La sua prima vita finisce quando viene accusato di rapimento e stupro di una ragazzina che per un perverso gioco del destino aveva incontrato per caso alla fermata di un bus, lui era lì, numerosi testimoni hanno dichiarato di averlo visto parlare con la bambina ed il mostro è stato creato.
Il processo non viene celebrato, non si trovano prove che possano condannarlo al di là di ogni ragionevole dubbio ma la sua esistenza, sospesa in questo limbo, è finita.
La moglie lo lascia, perde il lavoro e gli amici di un tempo lo abbandonano.
In cerca di se stesso si rifugia in una cittadina lontana, Crimson Lake a nord di Sydney, tra oceano e paludi, qui può nascondersi ed essere dimenticato, qui può convivere con i suoi fantasmi e sperare che gli echi dell’accusa che lo ha infamato non giungano.
E qui incontra Amanda Pharrel, una donna che ha un’agenzia investigativa e con la quale è stato messo in contatto dal suo avvocato.
Amanda ha alle spalle una storia altrettanto complicata, ha scontato una pena per omicidio, accusata di aver ucciso in modo orribile una delle più belle ed amate ragazze di Crimson.
Amanda sembra disfunzionale, è piena di tic, di manie, non ha più un centimetro di pelle libera tanti sono i tatuaggi che la ricoprono.
Talvolta ci ricorda per aspetto e per intelligenza Lisbeth Salander, la protagonista della saga Millenium, anche lei coinvolta involontariamente nei giochi del destino.
L’incontro di Ted con Amanda ci presenta una delle coppie più interessanti del genere thriller, per la quale parteggiamo senza se e senza ma; abbiamo capito che la risoluzione dello strano caso di uno scrittore scomparso, al quale stanno lavorando, rappresenta anche una probabile soluzione dei loro casi personali, con un possibile ribaltamento delle loro scombinate vite.
Incontrano, è vero, tipi loschi, poliziotti malevoli che sono abbastanza al di là della legge, adolescenti inquieti che hanno qualcosa da raccontare, giornalisti a caccia di scoop morbosi, ma incontrano anche persone che sanno guardare oltre, che cercano la verità, quella sì oltre ogni ragionevole dubbio.
Una per tutte la dottoressa Valerie Gratteur, medico legale del locale ospedale, che dà a Ted una speranza, che gli fa capire che deve lottare e studiare e valutare ogni elemento utile, se vuole salvarsi.
Siamo davanti ad un bell’esempio di psicothriller, con tutte le componenti che agganciano il lettore fino all’ultima pagina; inoltre la buona notizia è che Il buio non fa rumore è il primo di una saga e che in autunno avremo il secondo capitolo.
Molto interessante l’autrice Candice Fox, amata e pluripremiata in Australia, e da adesso, con questo primo romanzo tradotto in italiano ed edito da Piemme, conosciuta ed apprezzata anche da noi.
Il buio non fa rumore – Candice Fox
Roberta Gatto