Caminito. Un aprile del commissario RicciardiÂ
Con Il pianto dell’alba e la tragica fine della moglie Enrica, il commissario Ricciardi pareva essersi congedato dai suoi numerosissimi lettori. Ritorna invece, per la gioia dei suoi fans, in quest’ultimo libro di De Giovanni, dal titolo originale e simbolico, Caminito. Il riferimento primario è alla celebre canzone di Gabino Coria Peñaloza musicata da Juan de Dios Filiberto. Le parole del testo sono state ispirate all’autore dal sentimento provato per una donna di nome Maria, la quale era solita percorrere una stradina (il caminito del testo) per tornare a casa dalla scuola dove insegnava. Nella canzone, la donna un giorno se ne va per quella stradina senza ritornare mai più.
Caminito, però, rimanda anche al nuovo cammino intrapreso da Ricciardi, ora padre di Marta, una deliziosa bambina a cui il genitore augura con tutto se stesso di non avere in eredità il dono che ha reso così tormentata la propria esistenza. Questa volta, il commissario dovrà risolvere un duplice omicidio: l’uccisione violenta di Paolo Parodi, un giovane ufficiale da poco sbarcato a Napoli da una nave di una compagnia genovese, e di una ragazza sconosciuta, ammazzata mentre i due facevano l’amore. L’ombra della polizia segreta fascista incombe per tutta la vicenda, andando a lambire nuovamente il dottor Bruno Modo, antifascista e amico di Ricciardi, e sfiorando lo stesso commissario, alle prese con il dilemma del dono (o disgrazia) di sentire le ultime parole dei morti, forse ereditato dalla figlia Marta. Senza scordare quello che avviene nella parte opposta del mondo, in una malinconica Buenos Aires dove qualcuno, assai legato a Napoli, cerca una nuova possibilità …
De Giovanni prosegue inaspettatamente la saga del commissario Ricciardi con un’opera di struggente intensità , in cui accanto ai consueti personaggi si inserisce, all’inizio di soppiatto poi con sempre maggior virulenza, un altro protagonista, il fascismo, con l’assurdità e la crudeltà delle leggi razziali, giunte a minare una normale convivenza civile (infatti il romanzo è ambientato nel 1939, dopo la promulgazione delle leggi razziali un anno prima). Le vicende umane del vicequestore Garzo e del padre di Enrica riassumono in sé la lugubre potenza di un sistema di governo ormai talmente efferato e tirannico da essere in grado di ribaltare esistenze oneste e serene dall’oggi al domani, facendole precipitare nel baratro dell’emarginazione e della miseria, o addirittura della morte.
L’aneddoto del troppo rumore, che provoca l’emicrania alla moglie del prefetto, costringendo alla chiusura del celebre caffè Gambrinus, è un grottesco e tragico indizio del disfacimento in cui la giustizia, le leggi e il comune buonsenso sono precipitati sotto il fascismo, in balia della legge darwiniana della prevalenza del più forte e del più spietato. Quando non del più imbecille.
Ma sono molti gli spunti di riflessione offerti da Caminito, non ultima la questione del femminicidio e dei pregiudizi maschilisti, incoraggiati dal fascismo. Un grande e atteso ritorno, dunque, questo del commissario Ricciardi.
Maurizio de Giovanni presenterà Caminito in occasione del del Noir in Festival, Milano 3/8 dicembre 2022
L’appuntamento è per sabato 3 dicembre ore 17.00
Rizzoli Galleria
Presenta Luca Crovi