Da dove vengo io



Simone Sarasso
Da dove vengo io
Marsilio
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Oggi, cinque maggio duemilasedici, MilanoNera è lieta di presentare la recensione a Da dove vengo io di Simone Sarasso. L’inizio in stile radiofonico non è un caso, serve soprattutto a fare notare che nel giorno dell’uscita del romanzo noi lo recensiamo.
Quindi, significa che lo abbiamo letto in anteprima.
Così, tanto per dire.
Ovviamente, per questo privilegio ringraziamo Simone e Marsilio Editori.

Il Padrino, Quei bravi ragazzi, Casinò, Donnie Brasco, I Soprano e Boardwalk Empire. Questi i primi titoli che mi vengono in mente se penso a come Hollywood rappresenta la Mafia.
È vero che oltreoceano si chiama Cosa Nostra ma la sostanza non cambia… o forse si?
Cambia e come se cambia, sopratutto grazie a Hollywood che ha esportato in tutto il mondo la mitologia del fuorilegge gentiluomo.
Lo ammetto, amo le pellicole che ho citato ma, per quanto registi e attori possano avere conosciuto la criminalità organizzata, chi l’ha vissuta ne ha un’opinione ben diversa.
Questi delinquenti non conoscono l’onore. Il loro mondo è fatto di droga, morte e tradimenti.”
A dire queste parole davanti a una commissione anti-mafia è stato Joe Pistone, l’agente del F.B.I. che per sei anni si è infiltrato tra i ranghi della famiglia Bonanno e la cui storia è stata immortalata – con troppe licenze poetiche – nel film Donnie Brasco.
Consapevole del fatto che la realtà è una cosa e la finzione è tutto un altro paio di maniche, posso parlarvi del nuovo romanzo di Sarasso.
Da dove vengo io è il primo libro di un arco narrativo che in nove volumi porterà il lettore a conoscere da vicino la storia romanzata di Cosa Nostra.
Niente da dire, l’esordio è davvero buono. I protagonisti sono Charlie Luciano, Meyer Lansky, Bugsy Siegel e Frank Costello. Poco più che bambini sbarcano a Ellis Island e, partendo dalla povertà del Lower Est Side, vogliono arrivare in cima alla piramide alimentare, quello schema in cui i potenti sbranano i più deboli.
Hanno un sogno in tasca, credono nel mito del Self-made man e sono disposti a tutto pur di non assomigliare ai propri genitori. Sono di una razza diversa, non si raggruppano o si dividono per etnia, vanno oltre, sognano in grande e superano le differenze culturali; ebrei e italiani uniti contro tutti, sopratutto gli irlandesi.
Come è logico che sia, muovono i primi passi dal basso, in principio tirano a campare e sono nient’altro che manovalanza criminale; vendono protezione, imbrogliano al gioco d’azzardo, sgraffignano ogni dollaro depositato in banca o, quando è il caso, tirano il grilletto e mandano all’altro mondo chi è di troppo. Passa il tempo e gli affari iniziano a girare bene, tutto va per il verso giusto e dagli stracci passano ai completi eleganti ma quando credono di essere “arrivati”, il proibizionismo offre nuove possibilità. Contrabbandare alcool sotto il comando di Mr. Arnold Rothstein rende un sacco di soldi, quelli veri che conti a milioni, in un periodo in cui con un dollaro vivi da re per un giorno.
Dal controllo del quartiere si passa al controllo dei mari ma farsi la guerra tra concorrenti toglie tempo agli affari, così perché non mettersi tutti assieme, magari tagliando fuori chi non è un “cumpà”,  giusto per prosperare un centinaio di anni?
Allora, in merito alla lettura è un’esperienza piacevole, specie per lo stile di Simone Sarasso sempre unico e personalissimo. Per chi è pratico della storia di Cosa Nostra si può ritrovare nei passaggi fondamentali della nascita della spa criminale, con la sensazione di essere a meno di un palmo dai protagonisti.
E questo è solo l’inizio, presto arriveranno gli altri volumi! Quindi, lasciate perdere la mia recensione, volate in libreria e prendete la vostra copia di Da dove vengo io.
Buona lettura.

Mirko Giacchetti

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