In forma di essere umano – Riccardo Gazzaniga



Riccardo Gazzaniga
In forma di essere umano
Rizzoli
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Argentina, 1960. Quindici anni dalla caduta del nazismo e Adolf Eichmann, ex tenente colonnello delle SS, miracolosamente sfuggito dalle mani dei vincitori e scampato al  processo di Norimberga,  con l’aiuto di fedeli amici è arrivato nella peronista Argentina. Qui , sotto falso nome, vive con la moglie Vera e i due figli minori, il più piccolo ha solo otto anni,  a Bancalari, un sobborgo di Buenos Aires. Il maggiore, Klaus è già sposato, mentre il secondo si è arruolato in marina.  
A Buenos Aires Eichmann è  noto come  Ricardo Klement di origine italiana, altoatesino. Questo infatti è il nome scritto sul suo  cartellino che timbra ogni giorno al momento di  superare i tornelli e  uscire dalla fabbrica. Portamento curvo, occhiali, pochi capelli,  niente a prima vista di  lui porta le stigmate  del signor sì, l’ubbidiente ma godereccio  ufficiale del Reich che ha reso possibile la soluzione finale, il feroce e disumano sterminio degli ebrei.
Sua attuale qualifica: caporeparto saldatura  nell’azienda Mercedes per la quale lavora. Sono ormai passati ma il simbolo della stella della Mercedes, lo rimanda spesso con il pensiero a una altra stella, una gialla e a sei punte  Tutta un’altra vita,  un altro lavoro e un altro mondo.
Niente in lui conserva i segni dell’ufficiale del Reich che ha contribuito a rendere possibile la spaventosa soluzione finale. Abita in una casa squadrata  senza acqua corrente né elettricità, che ha tirato su faticosamente a braccia, indebitandosi per comprare il terreno e i materiali e  con  solo l’aiuto  dei figli.
Ma  ora Eichmann non sa di essere arrivato vicino al suo ultimo traguardo, non può immaginare che la spada di Damocle legata al suo mostruoso passato incomba su di lui e stia per travolgerlo. 
L’agente del Mossad, il capitano Zvi Aharoni,  che in Argentina  si cela  sotto il nome di Bobby Redan,  è sulle sue tracce, disposto a tutto pur di riuscire a catturarlo, farlo parlare e  incastrarlo per poi  portarlo segretamente, superando ogni ostacolo,  fino a Tel Aviv in mano  alla giustizia israeliana.
Gazzaniga ha impiegato anni, in studi, ricerche, con gran fatica  e determinazione  fino ad arrivare a scrivere questa  storia, la vera storia di una belva umana  come nessuno aveva fatto finora, ovverosia sotto forma di romanzo. Un romanzo che vedrà  il succedersi senza interruzione di due voci narranti e due diverse storie, parallele e non,  costellate di inquietanti e addirittura terribili flash back.
Fino a oggi  la figura del latitante nazista Adolf Eichmann era conosciuta dai più soprattutto  in virtù dei tanti scritti  su di lui che evidenziano le caratteristiche di un essere orfano di ogni qualsivoglia forma di umana empatia e ma anche per il  termine  “La banalità del male”, coniato da Hannah Arendt nel suo riassunto del processo. 
Gazzaniga ci dimostra invece con questo suo centrato romanzo come la realtà della vera  storia personale  del “burocrate dell’olocausto”,  detto anche l’Angelo sterminatore,  e  della sua cattura siano state  tutt’altro che  banali.
La storia di Adolf Eichmann, secondo i più recenti  studi su di lui , mette in evidenza  un ufficiale astuto ed efficace, un antisemita convinto, un accorto manipolatore, un arrivista senza freni, un perfetto manager, atto a gestire la carneficina che, con un grado militare relativamente basso ma crudele risoluzione, si trovò a coordinare  gran parte dell’organizzazione  che spediva  uomini, donne e bambini ebrei nei  campi di concentramento e sterminio. Ciò nondimeno è  anche la storia di un solido  padre di famiglia benché sovente  infedele, ambito da molte  donne ma  anche  temuto da alcune delle sue stesse amanti. E soprattutto  di un furbo latitante in grado  di ricostruirsi un’altra vita.
Per raccontare Eichmann, Gazzaniga ha  volutamente lasciato da parte i saggi su di lui, decidendo di farlo diventare l’emblematico personaggio di un romanzo e gli ha regalato  un palcoscenico dal quale esprimersi in prima persona. Non è certo stato  facile cercare di  raccontare la storia dei suoi crimini dal suo punto di vista, calandosi  in un convincimento  e fede nel Reich millenario, tale  da permettergli  di scendere fino al più profondo dell’abisso. Ma “In forma di essere umano” è anche e soprattutto l’ottima  ricostruzione  di un’inconcepibile caccia all’uomo e dell’agente che ne fu il principale interprete, un ebreo tedesco sfuggito da ragazzo  al massacro in Germania, che ha dimenticato il suo  nome e la sua patria di nascita  per ritrovarne di nuovi  in Palestina.
E sarà Zvi Aharoni l’ex soldato, che ha combattuto prima a fianco degli inglesi in Italia, poi in Plalestina  per Israele,  divenuto agente segreto, a rivalutare come un cane da punta  la flebile traccia per anni, per trascuratezza,  sottovalutata dal  Mossad che portava  alla casa di via Garibaldi nello sperduto  sobborgo di Bancalari. E scoprire se colui che ci vive  e si fa chiamare Klement sia veramente lui  l’Angelo sterminatore. Dalla  missione di  Zvi Aharoni dipende non solo il destino del fuggiasco, ma anche quello di Israele  e del mondo intero,  perché riuscire a portare Eichmann alla sbarra permetterà di scrivere  una indelebile pagina di Storia.
Due coprotagonisti quindi che si esprimono e pensano entrambi in prima persone, nelle pagine del   libro. Ma anche  punti di vista esterni, citazioni, musiche, selezioni di testimonianze, personaggi reali quali gerarchi nazisti responsabili di atrocità come Heinrich Himmler e “L’uomo dal cuore di ferro” Reinhard Heydrich, un capo del Mossad spregiudicato e pericoloso come Isser Harel (detto il nano, che mi fa pensare  a Marco Buticchi e al suo Oswald Breil)  e la piccola squadra  di agenti da lui impiegati per catturare Eichmann e  altri personaggi, quelli inventati, dove  erano indispensabili per sveltire  la trama.
Quella che ci viene raccontata in queste pagine dalla viva voce dei suoi due protagonisti – di cui. Riccardo Gazzaniga ha magistralmente interpretato pensieri, paure e turbamenti, in  un romanzo che mischia spionaggio e thriller – è  una delle più inimmaginabili vicende del ventesimo secolo.
Un libro che ambirebbe anche farsi  riflessione su come si arrivi al  male, scandagliando  gli insondabili abissi dell’animo umano. Una storia  vera sulla giustizia, sull’esiguo limite che talvolta  la separa dalla vendetta e sul prezzo che si deve essere disposti a pagare per compierla.

Patrizia Debicke

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