Argentina, 1960. Quindici anni dalla caduta del nazismo e Adolf Eichmann, ex tenente colonnello delle SS, miracolosamente sfuggito dalle mani dei vincitori e scampato al processo di Norimberga, con l’aiuto di fedeli amici è arrivato nella peronista Argentina. Qui , sotto falso nome, vive con la moglie Vera e i due figli minori, il più piccolo ha solo otto anni, a Bancalari, un sobborgo di Buenos Aires. Il maggiore, Klaus è già sposato, mentre il secondo si è arruolato in marina.
A Buenos Aires Eichmann è noto come Ricardo Klement di origine italiana, altoatesino. Questo infatti è il nome scritto sul suo cartellino che timbra ogni giorno al momento di superare i tornelli e uscire dalla fabbrica. Portamento curvo, occhiali, pochi capelli, niente a prima vista di lui porta le stigmate del signor sì, l’ubbidiente ma godereccio ufficiale del Reich che ha reso possibile la soluzione finale, il feroce e disumano sterminio degli ebrei.
Sua attuale qualifica: caporeparto saldatura nell’azienda Mercedes per la quale lavora. Sono ormai passati ma il simbolo della stella della Mercedes, lo rimanda spesso con il pensiero a una altra stella, una gialla e a sei punte Tutta un’altra vita, un altro lavoro e un altro mondo.
Niente in lui conserva i segni dell’ufficiale del Reich che ha contribuito a rendere possibile la spaventosa soluzione finale. Abita in una casa squadrata senza acqua corrente né elettricità, che ha tirato su faticosamente a braccia, indebitandosi per comprare il terreno e i materiali e con solo l’aiuto dei figli.
Ma ora Eichmann non sa di essere arrivato vicino al suo ultimo traguardo, non può immaginare che la spada di Damocle legata al suo mostruoso passato incomba su di lui e stia per travolgerlo.
L’agente del Mossad, il capitano Zvi Aharoni, che in Argentina si cela sotto il nome di Bobby Redan, è sulle sue tracce, disposto a tutto pur di riuscire a catturarlo, farlo parlare e incastrarlo per poi portarlo segretamente, superando ogni ostacolo, fino a Tel Aviv in mano alla giustizia israeliana.
Gazzaniga ha impiegato anni, in studi, ricerche, con gran fatica e determinazione fino ad arrivare a scrivere questa storia, la vera storia di una belva umana come nessuno aveva fatto finora, ovverosia sotto forma di romanzo. Un romanzo che vedrà il succedersi senza interruzione di due voci narranti e due diverse storie, parallele e non, costellate di inquietanti e addirittura terribili flash back.
Fino a oggi la figura del latitante nazista Adolf Eichmann era conosciuta dai più soprattutto in virtù dei tanti scritti su di lui che evidenziano le caratteristiche di un essere orfano di ogni qualsivoglia forma di umana empatia e ma anche per il termine “La banalità del male”, coniato da Hannah Arendt nel suo riassunto del processo.
Gazzaniga ci dimostra invece con questo suo centrato romanzo come la realtà della vera storia personale del “burocrate dell’olocausto”, detto anche l’Angelo sterminatore, e della sua cattura siano state tutt’altro che banali.
La storia di Adolf Eichmann, secondo i più recenti studi su di lui , mette in evidenza un ufficiale astuto ed efficace, un antisemita convinto, un accorto manipolatore, un arrivista senza freni, un perfetto manager, atto a gestire la carneficina che, con un grado militare relativamente basso ma crudele risoluzione, si trovò a coordinare gran parte dell’organizzazione che spediva uomini, donne e bambini ebrei nei campi di concentramento e sterminio. Ciò nondimeno è anche la storia di un solido padre di famiglia benché sovente infedele, ambito da molte donne ma anche temuto da alcune delle sue stesse amanti. E soprattutto di un furbo latitante in grado di ricostruirsi un’altra vita.
Per raccontare Eichmann, Gazzaniga ha volutamente lasciato da parte i saggi su di lui, decidendo di farlo diventare l’emblematico personaggio di un romanzo e gli ha regalato un palcoscenico dal quale esprimersi in prima persona. Non è certo stato facile cercare di raccontare la storia dei suoi crimini dal suo punto di vista, calandosi in un convincimento e fede nel Reich millenario, tale da permettergli di scendere fino al più profondo dell’abisso. Ma “In forma di essere umano” è anche e soprattutto l’ottima ricostruzione di un’inconcepibile caccia all’uomo e dell’agente che ne fu il principale interprete, un ebreo tedesco sfuggito da ragazzo al massacro in Germania, che ha dimenticato il suo nome e la sua patria di nascita per ritrovarne di nuovi in Palestina.
E sarà Zvi Aharoni l’ex soldato, che ha combattuto prima a fianco degli inglesi in Italia, poi in Plalestina per Israele, divenuto agente segreto, a rivalutare come un cane da punta la flebile traccia per anni, per trascuratezza, sottovalutata dal Mossad che portava alla casa di via Garibaldi nello sperduto sobborgo di Bancalari. E scoprire se colui che ci vive e si fa chiamare Klement sia veramente lui l’Angelo sterminatore. Dalla missione di Zvi Aharoni dipende non solo il destino del fuggiasco, ma anche quello di Israele e del mondo intero, perché riuscire a portare Eichmann alla sbarra permetterà di scrivere una indelebile pagina di Storia.
Due coprotagonisti quindi che si esprimono e pensano entrambi in prima persone, nelle pagine del libro. Ma anche punti di vista esterni, citazioni, musiche, selezioni di testimonianze, personaggi reali quali gerarchi nazisti responsabili di atrocità come Heinrich Himmler e “L’uomo dal cuore di ferro” Reinhard Heydrich, un capo del Mossad spregiudicato e pericoloso come Isser Harel (detto il nano, che mi fa pensare a Marco Buticchi e al suo Oswald Breil) e la piccola squadra di agenti da lui impiegati per catturare Eichmann e altri personaggi, quelli inventati, dove erano indispensabili per sveltire la trama.
Quella che ci viene raccontata in queste pagine dalla viva voce dei suoi due protagonisti – di cui. Riccardo Gazzaniga ha magistralmente interpretato pensieri, paure e turbamenti, in un romanzo che mischia spionaggio e thriller – è una delle più inimmaginabili vicende del ventesimo secolo.
Un libro che ambirebbe anche farsi riflessione su come si arrivi al male, scandagliando gli insondabili abissi dell’animo umano. Una storia vera sulla giustizia, sull’esiguo limite che talvolta la separa dalla vendetta e sul prezzo che si deve essere disposti a pagare per compierla.
In forma di essere umano – Riccardo Gazzaniga
Patrizia Debicke