Dario Levantino – Cuorebomba



Dario Levantino
Dario Levantino
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Bisogna essere veramente bravi per raccontare le tragedie della contemporaneità con il lirismo privo di sofisticazioni di cui è capace Dario Levantino. Se “Di niente e di nessuno”, uscito nel 2018, si era messo in luce come uno dei migliori esordi degli ultimi anni, “Cuorebomba” conferma il grande talento del giovane autore siciliano, capace di ripetersi e forse persino di superarsi.
Si torna nella Brancaccio di Rosario Altieri, adolescente dalla vita disastrata cresciuto in questo distretto della periferia meridionale di Palermo più simile alle zone di guerra di uno Stato fallito che al quartiere popolare di una città occidentale. Il padre di Rosario, uomo cinico e privo di qualsiasi forma di empatia, si trova in prigione per un traffico di sostanze dopanti; la madre si è abbandonata a uno stato catatonico dopo la scoperta della seconda famiglia costruita clandestinamente dal consorte e il relativo naufragio del matrimonio. Nell’appartamento familiare, situato all’interno di un sordido palazzone cemento armato, il denaro scarseggia. A Rosario spetta l’onere di recuperare qualche spicciolo per mettere insieme il pranzo e la cena.
Nella quotidiana guerra contro i soprusi di una vita ingrata, il diciassettenne può contare solo sull’appoggio di Anna, giovane Andromaca affascinata dalla dolce diversità di Rosario, e sull’affetto di Jonathan, il cane di mànnara battezzato con lo stesso nome di quel fratellastro che lo odia con tutto il cuore. Rosario coltiva la passione per la mitologia e ostenta la sua alterità rispetto agli studenti della scuola che frequenta da anni, gelido istituto geograficamente e socialmente lontano dal suo quartiere ghetto. In quelle aule comprende la perfida natura di un sistema scolastico concepito al fine di perpetuare le distanze sociali tra centro e periferia – licei per i ricchi, professionali per i poveri – e scopre come l’ascensore sociale italiano sia guasto almeno quanto quelli reali installati nei palazzoni di Brancaccio.
Lo Stato non è nemico di Rosario solamente nelle aule scolastiche. In un vortice di eventi ostili, il protagonista viene separato dall’amata madre e confinato in una casa famiglia. Attraverso questo espediente narrativo, Levantino rivela al lettore le profonde e insanabili contraddizioni del Leviatano burocratico e il business costruito sulla vita di migliaia di giovani provenienti dai contesti sociali più difficili. La sorte sembra abbattersi con tutta la violenza di cui è capace sulle spalle del povero ragazzo, si fatica a trattenere una lacrima mentre si assiste al naufragio di Rosario, alla sua lotta impari contro il mostro che chiamiamo vita. Improvvisamente, quando tutto sembra perduto, un colpo di genio di Levantino spinge l’opera nell’Olimpo della narrativa e riconsegna un senso profondo all’intera storia del giovane Omero palermitano dal cuorebomba. Il nuovo romanzo di Levantino è un capolavoro. Ed è esattamente il genere di letteratura di cui questo sventurato paese ha un maledetto bisogno.

 

Thomas Melis

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