Greg Iles

Greg Iles è un autore di thriller. Greg Iles è americano, del Mississippi. Greg Iles vende milioni di copie. Tutte queste cose non le sapevo e non m’interessavano fino al 2004, quando la casa editrice Piemme, da poco passata alla Mondadori, affidò la traduzione di un suo romanzo, The Footprints of God. In italiano si intitola Progetto Trinity. E’ un thriller fantascientifico e immagina un mondo dove una squadra di ricerca sia riuscita a creare un comuter in grado di replicare una mente umana e di farla vivere, così, per sempre. Era proprio il pieno boom del Codice Da Vinci, e poiché la storia ha una sua accezione mistica e la copertina italiana era molto scaltra (un particolare della Sacra Sindone), il libro finì in classifica. Scoprii che Iles aveva scritto un altro thriller, Twentyfour Hours, che era diventato un ricco film hollywoodiano. E poi altri, di cui adesso non ricordo i titoli. Mi appiopparono immediatamente un altro suo lavoro, Blood Memory, in italiano La memoria del fiume. Mezzo migliaio di pagine. Gli autori come lui puntano al lavoro spesso, rilegato massiccio. E all’azione. Che qui si svolge a Natchez, Mississippi, e in parte a New Orleans. Sotto c’è una torbida storia familiare di violenza e incesto. Greg Iles ha una faccia simpatica, almeno in fotografia. Suona la chitarra in un gruppo rock e ha suonato anche con Stephen King. Il suo prossimo libro, Turning Angel, si svolge di nuovo a Natchez e a pag. 298 ho già contato otto morti, tra cui un paio minorenni. Lo tradurrò in società con Tommaso Labranca. Ci siamo divisi i capitoli, e anche i cadaveri. E anche le domande: perché tanti lettori sono così avidi di carneficine a ritmo serrato? Ma non gli basta la realtà? Una possibile risposta: perché questi libri hanno trame. Qui almeno succede qualcosa. Nei libri degli italiani invece, cannibali e no, troppo spesso regna sovrana e cupa la noia.

Questo articolo è apparso sul numero 1 di MilanoNera

paolo bianchi

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