Non mi toccare – Massimo Tallone



Edizioni del Capricorno
Non mi toccare

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Susanna soffre di una patologia molto particolare, l’aptofobia, cioè non sopporta il contatto fisico con l’altro. Se qualcuno, anche con le migliori intenzioni, le appoggia, ad esempio, una mano sul braccio, il contatto scatena in lei una reazione intensa, a volte addirittura violenta, di rifiuto e di malessere. La professione che svolge di traduttrice le consente di mantenere una giusta distanza dal suo prossimo, grazie all’affettuoso e comprensivo rapporto che ha con i suoi datori di lavoro, Ivan e Linda. Ma un giorno, a causa di un improvviso e feroce mal di testa, si allontana per dieci minuti dall’ufficio per recarsi ad acquistare un analgesico: al suo ritorno, scopre i cadaveri dei due. Incalzata dalla polizia, addirittura sospettata di una possibile connivenza con l’assassino, Susanna non regge tutti questi contatti fisici e viene ricoverata in ospedale, sotto l’occhiuto controllo di un ostinato poliziotto. Con l’aiuto di Duilio, che l’ama nonostante l’impossibilità di una relazione fisica, inizia da qui una fuga che la condurrà prima in un nuraghe sardo abitato da una colonia di pipistrelli, poi addirittura in Islanda, inseguita da un assassino feroce e spietato. Lasciamo al lettore la scoperta delle successive vicende di Susanna, costruite con maestria da Tallone per condurre chi legge in un’avventura imprevedibile e avvincente. Ma Non mi toccare non è solo un giallo, è anche un giallo: l’autore usa il genere come mezzo per una riflessione (o forse una dichiarazione d’amore) sulla scrittura. Il libro, infatti, si può leggere come un’allegoria di questa nobile arte, un appassionato elogio del potere della parola nell’interpretare il mondo, o meglio nel rappresentarlo ex novo in una realtà ancor più vera di quella reale. Susanna è una traduttrice, sostituisce il contatto fisico con il mondo attraverso la sua rappresentazione sulla pagina scritta; l’autore diventa un personaggio del libro, è colui che, nell’incipit, incontra in una libreria islandese Susanna e si fa raccontare da lei tutta la vicenda; è Tallone stesso infine a concludere il romanzo in un’altra libreria, stavolta torinese, in un gioco di allusioni e rimandi a metà tra Pirandello e Borges. Non mi toccare sembra una storia di omicidi e misteri, ma nella sua lettura più profonda è una storia d’amore, intensissima e piena di passione, tra lo scrittore e la scrittura, incarnata nel personaggio etereo e metafisico di Susanna. Lo stile stesso evidenzia l’intenzione dell’autore: accanto a dialoghi di crudo realismo vi sono le metafore barocche con cui descrive, ad esempio, l’incessante movimento delle nuvole nel cielo islandese, o il paesaggio multiforme delle Far Oer che Susanna e Massimo osservano dalla vetrata della casa di lei. C’è sempre qualcosa che “separa” la protagonista dalla realtà, che sia l’aptofobia come i falsi documenti a cui è costretta a ricorrere per sfuggire ai suoi inseguitori: l’impossibilità di toccare Susanna, sembra dirci Tallone, non è altro che metafora dell’impossibilità di cogliere l’essenza autentica delle cose. Solo la scrittura può almeno consentirci di darne un’interpretazione.

Donatella Brusati

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