Un libro strano, indefinibile, che si propone come romanzo ma che romanzo non è.
Il 17 agosto 1987, nel carcere-fortezza di Spandau, vicino a Berlino, Rudolf Hess, l’ultimo dei nazisti sopravvissuti dopo le condanne al processo di Norimberga, fu rinvenuto cadavere. Era un vecchietto di novantatre anni. Il suo corpo penzolava dalla griglia di una finestra. Suicidio oppure omicidio mascherato?
Il mistero della morte dell’uomo che fu il braccio destro di Hitler non è mai stato chiarito .
Parte da questo fatto il libro che ha come sottotitolo “Il delirio segreto di Hitler” e ripercorre a ritroso la preparazione di quella catastrofe mondiale che fu l’ascesa del fürer e il compimento dell’Olocausto. Tutto minuziosamente descritto, sviscerato, spiegato con nomi, cognomi e luoghi reali, ma orientato verso una tesi aberrante, non sostenuta dalla citazione di alcuna fonte. In sostanza, secondo l’autore, Hitler, il nazismo e il feroce antisemitismo che pervase il popolo tedesco fino a trascinarlo in una guerra spaventosa, costata milioni di morti, furono progettati a tavolino, incoraggiati, sostenuti e finanziati da una lobby di banchieri ebrei sionisti e massoni (le dinastie più ricche del mondo elencate con i nomi veri), con la benedizione del Papa e l’aiuto concreto dei Gesuiti, al solo scopo di costringere, con una feroce persecuzione, gli ebrei sopravvissuti a trasferirsi in Palestina per dare vita allo Stato ebraico. Tutto questo, per assecondare un complicato disegno della corona inglese che alla fine avrebbe dovuto portare (dovrà portare?) al dominio assoluto del mondo con tutte le sue risorse, da parte di pochissimi eletti che se le spartiranno.
Non è facile definire un’opera come questa.
Come documento è inesistente perché, a parte il fondarsi della trama su personaggi reali e fatti accaduti, peraltro tutti arbitrariamente interpretati e incasellati nella vecchia tesi del complotto anglo-giudo-plutocratico, è carente sotto il profilo storico: in altre parole, il lettore deve fidarsi in tutto e per tutto delle interpretazioni e delle collocazioni dell”autore. D’altro canto, come romanzo è esageratamente prolisso, difficile da seguire e tutto sommato, piuttosto noioso.
Una lettura consigliabile solo a chi ha molto interesse per la storia contemporanea, la conosce e sa fare le debite distinzioni
Iavè – Il delirio segreto di Hitler
Adele Marini