Falsa testimonianza



Salvo Toscano
Falsa testimonianza
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Salvo Toscano, giornalista e scrittore, autore di Insoliti sospetti, torna in libreria con un romanzo ambientato in una fosca Palermo di più di venti anni fa che si barcamena pericolosamente tra i nuovi metodi e orizzonti mafiosi e i grevi segreti di Stato.
Qualche parola introduttiva sulla trama.
Palermo: Anni Novanta. Con il boss Trubìa in carcere, lo “Zio” Calò Bonfiglio mira al vertice della cupola. Allo Zio non suonavano giusti i rumorosi sistemi adottati da Trubia che avevano messo la Sicilia a ferro e fuoco. «Non gli piacevano troppo le ammazzatine allo Zio. Lui, che era nato in miseria e che aveva cominciato picciutteddu con le sigarette di contrabbando, preferiva gli affari. I piccioli. Era quello l’unico scrùscio che gli aggradava, il fruscio delle banconote da centomila che entrano nella sacchetta. Di altro scrùscio, quello di bombe e kalashnikov, pensava ce ne fosse stato già abbastanza.» E tant’è che uno dopo l’altro, gli uomini di Trubìa finiscono in prigione, fino a quando, grazie a una soffiata, viene catturato in Schillaci, latitante e fedelissimo dello Zio. Com’è possibile?
Per Giannini, maggiore dei carabinieri in forza alla DIA che indaga sui collegamenti tra politica e mafia e sta cercando di perforare la corazza del malaffare, quell’arresto è molto strano e teme possa mettere in pericolo il suo lavoro. E, in più, salta fuori una assurda coincidenza: anni prima, la Pro Loco del paese aveva organizzato un concorso letterario e, tra i racconti ricevuti, ce n’era uno, firmato Rosario Di Bella, studente e figlio del tabaccaio, nel quale stranamente era descritto in tutti i dettagli proprio l’arresto di Schillaci. La professoressa Mancuso che lo ricordava va a riferirlo al maresciallo dei carabinieri Cattone, tanti anni prima a Bologna tra i collaboratori di Giannini. Il testo dovrebbe essere ancora alla Pro Loco…
Ma la casa di Rosario Di Bella, e gli uffici della Pro Loco vengono messi a soqquadro e tutte le carte del concorso, compreso il racconto, spariscono….
Gatta ci cova, chi ha costruito un castello di bugie? E perché? Ma tutto è vano! Il maggiore si batte da solo, come un pazzo, prova a smontarlo ma purtroppo il gioco diventa troppo pericoloso…
Il libro di Toscano è un altro buon romanzo che narra di questa bella Italia, troppo spesso preda di complicati intrighi tra servizi deviati e cupole massoniche e mafiose.
La sua storia è ambientata nell’Italia del 1993/1994, periodo che festeggia l’ascesa al “trono” di Silvio Berlusconi & company. Cosa è cambiato da allora?
Il celebre Gattopardismo di Tancredi Falconeri, nipote e pupillo del Principe di Salina, diceva: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». Sono passati più di vent’anni da allora, ma da quello che vedo e sento ogni giorno, ascoltando TG 1, 2 e 3, mi pare dopo aver cambiato tutto o quasi, purtroppo niente sia cambiato. Ogni giorno di più sento che questo paese è costretto a sopportare ogni tipo di sopruso e sconta la sua dipendenza da malaffare, criminalità, mafia di ogni colore.
Da più di trent’anni non sono più una cittadina italiana, ma soffro lo stesso nel riconoscere ancora una volta, nelle pagine di un romanzo, i peggiori difetti che rendono amara la vita in questa meravigliosa penisola.
Hanno scritto dei romanzi di Salvo Toscano:
Salvo Toscano caposervizio del quotidiano «LiveSicilia.it» e condirettore del mensile «I love Sicilia», ha già pubblicato i romanzi Ultimo appello, L’enigma Barabba e Sangue del mio sangue. È stato semi­finalista al Premio Scerbanenco e finalista al Premio Zocca Giovani. Con la Newton Compton ha pubblicato Insoliti sospetti e Falsa testimonianza.

Patrizia Debicke

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