Il circo fantasma



Barbara Ewing
Il circo fantasma
Newton Compton
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Siamo negli anni d’oro inglesi, Edgar Allan Poe ha appena pubblicato Il corvo, Freud sta svolgendo i suoi studi sulla mente umana, Charles Dickens si è appena trasferito da Londra a New York. Anche Cordelia deve scappare da Londra con sua figlia :è stata accusata ingiustamente dal nonno della figlia di aver ucciso il padre della bambina, anche se effettivamente la mano colpevole era la moglie.
Il nonno non accetta che la polizia le abbia scagionate e invia degli uomini perché le seguano, uccidano Cordelia e riportino la ragazzina a casa.
Le due donne in fuga si uniscono a un circo, la ragazza come acrobata anche se ha eccezionali doti di mesmerismo come la madre, che le usa per il suo spettacolo.
Secondo volume della saga Mesmerist, di cui non è mai stato pubblicato in Italia il primo volume, lo si può leggere tranquillamente anche senza aver letto il primo.
Le descrizioni che si incontrano sono ben dettagliate e trasportano il lettore nella New York e nella Londra di metà ottocento, rendendo il tutto molto reale e concreto.
Anche i  personaggi sono molto ben descritti però  chi non è abituato ad affrontare romanzi con un grande numero di personaggi potrebbe perdersi un po’ perché vengono nominati quasi tutti insieme, creando un po’ di confusione.
Ottimo invece il tema centrale del romanzo: il mesmerismo, ovvero la tecnica studiata da Franz Anton Mesmer che permette di creare un legame talmente forte  tra paziente e mesmerista  che con la sola forza della suggestione mentale subita dal paziente, quest’ultimo non sente più dolori e migliora la sua salute guarendo dalle malattie più semplici. Argomento molto interessante e particolare che porta il lettore a volerlo approfondire ulteriormente, anche se già nel romanzo trova molte informazioni, denotando un ottimo lavoro di ricerca da parte dell’autrice Ewing.
Un grosso neo del romanzo è lo stile di narrazione. Molto piatto sembra solo un lungo e poco avvincente diario di viaggio scritto per narrare la vita delle due ragazze Preston, Cordelia e la figlia, senza però trasmettere al lettore quella sensazione di ansia, frenesia, quasi di paura che un romanzo che ha per protagoniste due fuggiasche e un inseguimento richiederebbe.
Ottimo come romanzo culturale per capire un po’ di più come funzionava il mesmerismo come terapia contro il dolore prima della scoperta dell’anestesia, ma pessimo se si vuole leggere un libro che sappia rapire il lettore e coinvolgerlo in una storia mozzafiato.

 

Micol Borzatta

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