Il tempo degli strani imperatori



ignacio del valle
Il tempo degli strani imperatori
giunti
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Dicembre 1943, assedio di Leningrado. Arturo Andrade, soldato della legione Azul (i volontari mandati da Franco in aiuto a Hitler per tenersi buona la Germania ad un prezzo tutto sommato modico e liberarsi della sempre più scomoda falange), è incaricato di indagare sulla morte di un altro soldato, sgozzato e dissanguato secondo un rituale sinistro.

I cadaveri aumentano e Andrade, aiutato da alcuni commilitoni, cerca di individuare il colpevole mentre attorno a lui i soldati tentano di sopravvivere ad una temperatura perennemente oltre i quaranta sotto zero, nell’attesa spasmodica del contrattacco russo e degli assalti a sorpresa dei partigiani, sopportando l’ostilità mista a disprezzo dell’esercito tedesco.

Un giallo scritto benissimo, avvincente come un americano e senza le abituali logorree spagnole, caratterizzato da uno scioglimento inatteso ed un colpevole gradevolmente imprevedibile.
L’ambientazione è praticamente perfetta, le psicologie sono raffinate e la storia è rispettata nel dettaglio.

L’autore – le cui simpatie repubblicane si intravedono comunque in filigrana – sa mantenersi imparziale e non rappresenta agiograficamente un capitolo comunque oscuro della storia spagnola, preferendo, sopra le connotazioni ideologiche (vedi invece lo sgradevolissimo L’ombra del poeta, di Pablo Rossi, che non a caso non è spagnolo), fornire una rappresentazione affettuosa del soldato spagnolo, sempre pronto a vendere cara la pelle ed a comportarsi con stoico ed incrollabile eroismo nonostante la sorte inevitabilmente avversa.

Insomma, un libro che consiglio caldamente, forse uno dei migliori gialli storici dell’anno, di quelli da cui non ci si riesce a separare fino in fondo. Peccato che – pur essendo il secondo di una trilogia – è stato, per le solite assurde scelte editoriali, pubblicato inspiegabilmente per primo….

donatella capizzi

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