Per scelta della casa editrice italiana il romanzo spagnolo Prometeme que sares libre di Jorge Molist è stato pubblicato diviso in due parti (cosa che forse lo penalizza): la prima con il titolo: Promettimi che sarai libero e la seconda: I libri della tempesta (un po’ fuorviante). Comunque, ricapitolando, abbiamo lasciato Joan Serra de Llafranc nel 1494 a Barcellona. Dodici anni prima una nave pirata ha assaltato il suo villaggio in Catalogna, suo padre è morto difendendo la famiglia e, negli ultimi istanti di vita, ha fatto promettere al figlio di essere libero. Ma i maldestri tentativi di Joan per ritrovare la madre e la sorella, rapite e deportate come schiave, lo portano a osare troppo, ad accusare e uccidere un uomo e a ritrovarsi condannato a due anni da rematore coatto, incatenato agli scalmi di un galeone della flotta al comando dell’ammiraglio Vilamari. Il giovanotto, ventitre anni, denudato, rasato a zero, alla frusta, trattato come un animale e con la morte pronta a ghermirlo a ogni piccola disubbidienza, scoprirà che è finito in un nido di vipere e che proprio l’ammiraglio Vilamari è responsabile della cattiva sorte della sua famiglia. Non c’è scampo per lui? E invece sì! Il fato vuole altrimenti. Con una rigorosa ricostruzione storica di quella che era la spaventosa vita di un galeotto ai remi a quell’epoca, l’autore ci narra la sua risalita, quasi una miracolosa risurrezione da rifiuto umano a uomo libero. La nave lo porterà dalla Spagna all’Italia: Sardegna, Sicilia, e poi Napoli, subito prima dell’invasione francese, Ischia, Genova quindi, ripreso il suo peregrinare, finirà la sua avventura nella Roma dei Borgia, incontrando personaggi realmente esistiti, come Don Michelotto Corella, Machiavelli. Un percorso, dall’oscurità alla luce, in un mondo difficile, lottando per la libertà sua e della sua famiglia e soprattutto per recuperare Anna, la sua fidanzata, il suo amore, Joan si renderà conto presto che la linea tra il bene e il male è molto più sottile di quanto pensasse, e che anche gli uomini migliori, i più onesti, a volte devono accollarsi decisioni terribili.
I libri della tempesta
patrizia debicke