Il segreto del calice fiammingo – Patrizia Debicke van der Noot



Patrizia Debicke van der Noot
Il segreto del calice fiammingo
Ali ribelli
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Jan van Eyck è stato il fondatore, nel Quattrocento, della pittura nei Paesi Bassi, oltre che uno dei massimi pittori nordeuropei del Rinascimento. Della sua vita abbiamo scarne notizie, ma la ricostruzione storica che Patrizia Debicke van der Noot propone in questo elegante e appassionante romanzo coinvolgerà certamente il lettore, trasportandolo in un’epoca remota e piena di intrighi.

Il nostro pittore, dopo la morte del fratello Hubert, porterà avanti il nome della famiglia attraverso il figlio Barthélemy, che sarà costretto a presentare come nipote. Molte avventure lo attendono al servizio del duca di Borgogna Philippe le Bon, come varlet de chambre e maestro pittore. Rimasto vedovo per la seconda volta, il duca deve scegliere una nuova consorte, per avere un erede cui affidare il ducato, e nel contempo deve difendersi dalle trame oscure ordite contro di lui dalla sua grande nemica, la spregiudicata e temibile duchessa d’Anjou. Con l’aiuto di van Eyck e del fidato Erwin Weiss, comandante dei mercenari svizzeri al servizio di Philippe, il duca di Borgogna fronteggerà tranelli, complotti e congiure di ogni genere, in nome del Sacro calice di Valencia e di una enigmatica profezia, i cui sviluppi lasciamo scoprire al nostro lettore. 

Sono molti i personaggi storici che l’autrice tratteggia, con maestria e dotta erudizione, rendendoli vivi nei loro tratti peculiari. Innanzitutto, il protagonista, Jan van Eyck, di cui la Debicke ricostruisce la genesi delle opere più illustri, come il Polittico dell’Agnello Mistico e la Madonna col Bambino, arricchendola di particolari curiosi e aneddoti avvincenti. Spicca anche la figura di Philippe le Bon, Monsignore, con la sua vasta cultura, la passione per i rebus e il grande appetito sessuale: un personaggio affascinante, fondatore dell’ordine del Toson d’Oro, istituito per celebrare le nozze con Isabella di Portogallo, sua terza moglie. Sarà proprio il duca di Borgogna che si servirà dell’opera di van Eyck non solo come pittore, ma anche come diplomatico e “investigatore”, nella difesa di un segreto che coinvolge regni e sovrani. Sua avversaria, in nome della duchessa d’Anjou,  è la dark lady Beatriz, la sensuale e inquietante anima nera del romanzo. Infine, Barthélemy, il figlio del pittore, prima bambino dolce e affettuoso, cresciuto con il patrigno Pierre de Billant, e poi adolescente temerario e avventuroso.

Ciò che stupirà il lettore è la straordinaria competenza dell’autrice e la mirabile capacità di intersecare il fatto storico con la fantasia narrativa, come nella figura di Barthélemy d’Eyck, miniatore e pittore di Liegi, quasi certamente imparentato con i fratelli van Eyck, che la Debicke immagina come figlio di Jan.

E il ripetersi di intrighi, tradimenti e guerre, descritti nel libro, ci ricorda, infine, che l’uomo, dalla Storia, tende a imparare ben poco.

Donatella Brusati

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