IL TRIO DELL’ARCIDUCA



Hans Tuzzi
IL TRIO DELL’ARCIDUCA
Bollati Bolinghieri
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Dalla nebbia di una cupa e difficile Milano anni 80′, al fascino d’inizio secolo di un’Europa che di lì a poco si appresta a vivere uno degli eventi che cambieranno la sua storia. Dal commissario Melis ad un giovane agente segreto che, un giorno, potrebbe diventare uno dei più grandi investigatori privati della letteratura gialla mondiale. “Il trio dell’Arciduca”, nuova fatica letteraria di Hans Tuzzi (pseudonimo dello scrittore milanese Adriano Bon) e pubblicata da Bollati Boringhieri più che di un giallo classico ha le caratteristiche di una spy story d’altri tempi, ambientata ad inizio ‘900 (siamo nel 1914: la ricostruzione storica perfetta unitamente alle capacità descrittive dell’autore sono i due valori aggiunti dell’opera). La trama? Eccola: Un cadavere viene ritrovato nel mare del porto di Trieste. E’ quello di Celik Yilmaz, un mercante levantino che, oltre al suo lavoro di commerciante, altro non è che un abile informatore di un giovanissimo agente dell’Evidenzbureau (servizi segreti dell’impero austroungarico) dal nome importante: Neron Vukcic. Sospettando un omicidio, il nostro protagonista si lancia subito nelle indagini, iniziando così un’ avventura che ci accompagnerà da Sarajevo a Costantinopoli. Tra enigmi, insidie di vario genere, tentativi di attentati e abili mosse per evitarli fino ad un’Europa che si prepara a vivere la sua prima guerra mondiale…si sbroglierà il bandolo di una matassa intricata e ricca di colpi di scena. Dicevamo del protagonista dal nome assai importante: Neron Vukcic. E’ lui? Forse. Siamo nel mondo del giallo e gli indizi seminati qua e là da Hans Tuzzi ci fanno pensare che il protagonista del libro sia un giovanissimo Nero Wolfe, il meraviglioso personaggio creato da Rex Stout negli anni 30′. L’età, il lavoro svolto, le avventure vissute, le capacità intellettive e la passione esagerata per il buon cibo e il buon bere (e quel finale di libro in cui, decidendo di lasciare il suo paese per andare verso “Le Americhe”e New York, spiega che vuk vuol dire lupo…) sono solo casualità? Difficile…

Thierry Pinacoli

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