Una donna della buona borghesia torinese incarica un investigatore privato, Hector Perazzo, di ritrovare il corpo di suo padre. Era un industriale che fu sequestrato e ucciso quarant’anni prima da un gruppo di terroristi a Buenos Aires.
Questo libro narra le contraddizioni della società in cui è ambientato. L’Italia di allora ma anche l’America latina e in particolare l’Argentina. Vi ricordate la dittatura di Videla e ancor prima Peron e la guerriglia dei Montoneros? Hector torna nella terra da cui è scappato. È un vecchio fatto, il detective immagina sia una cosa leggera di poco conto. Ma la sua presenza non passa inosservata. Una volta giunto in quelle lande a lui familiari, si ritrova nelle mira di una banda di narcotrafficanti. Alcuni hanno interesse a fermarlo e lo fanno con violenza e determinazione. Dovrà farsi degli amici per fronteggiare o contattarne altri che un tempo conosceva. Un intellettuale che ha abbandonato le idee rivoluzionarie, un ex agente coinvolto nelle violenze della dittatura e una giornalista, spregiudicata e sensuale ballerina di tango. Dovrà fronteggiare gente strana che un tempo militava nella guerriglia ma ora è al soldo dei potenti e cerca di far soldi. Al posto degli ideali emergono interessi meschini e ricerca del “particulare”. Comincerà a sorgere il legame tra malavita, politica e corruzione Si renderà conto che i fatti degli anni di piombo non sono eclissati; riemergono taluni avvenimenti che molti hanno sepolto e non vorrebbero vederli riaffiorare.
Tra ricerche avvolte da antichi segreti, tradimenti estremi si arriverà agli esiti finali.
Una trama ad incastro dove si alternato figure diverse. Un libro duro e intenso nella tradizione dell’hard boiled. L’autore ha il pregio di raccontare quel periodo con vivacità e interesse. Il romanzo diventa, come capita sovente in questi casi, l’occasione per raccontare la storia di alcuni periodi storici e il perverso legame tra istituzioni e criminalità organizzata.