Delle tre stagioni è la meno riuscita. “La stagione del fuoco” (Longanesi, 400 pagine) di Samuel Bjørk , è un thriller ambientato in Norvegia comunque da leggere. Tensione assicurata, dialoghi all’altezza della situazione, stile secco, non senza incursioni nell’animo umano. La trama è forse meno lineare dei precedenti romanzi (“La stagione del sangue” e “La stagione degli innocenti”), i personaggi magari un po’ più stanchi: il capitolo tre risente della potenza esplosiva dei primi due, difficilmente replicabile. Di nuovo protagonisti il detective Holger Munch e la sua collega Mia Krüger. Il primo in congedo dal lavoro per prendersi cura di sua figlia Miriam, la seconda appena dimessa da una clinica di riabilitazione. Entrambi decidono di tornare sul campo per fermare una catena di delitti. La squadra Omicidi di Oslo torna così in attività . Il finale (che, ricordiamolo una volta ogni tanto, non è così fondamentale per la riuscita di un romanzo) è degno di nota e alza di mezzo punto il voto. Bjørk -indicato da più parti come l’alternativa a Nesbo- è uno dei migliori thrilleristi contemporanei. E il noir scandinavo sarà pure una moda, come sostengono alcuni, ma resta comunque uno dei più eccellenti in circolazione. Da Nesbo in giù ci sono almeno altri tre-quattro autori tradotti nel nostro Paese,Bjørk compreso, che è sempre un piacere acquistare. Dalla loro hanno paesaggi che favoriscono l’ambientazione di genere (spazi immensi, foreste, inverni gelidi) e personaggi generalmente tormentati, mistici, fuori dalle righe. Longanesi, ultima considerazione, resta una delle case editrici italiane più attente al thriller/noir (e anche al “vestito” dei libri che pubblica). Se fosse una canzone “La stagione del fuoco” suonerebbe come “Sciccherie” di Madame. Voto: 6/7 (8 alle due stagioni precedenti).
La stagione del fuoco – Samuel Bjørk
Alessandro Garavaldi