Inviato a giudizio – Paolo Pinna Parpaglia



Paolo Pinna Parpaglia
Inviato a giudizio
Newton Compton
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Nuovo imperdibile romanzo  del Maestro sardo del legal thriller,  ma che questa volta porta la sua trama e i suoi protagonisti fuori dalla Sardegna e della sua cultura. E complimenti per la scelta del titolo un intelligente gioco di parole che ne riflette il brillante  contenuto sia giornalistico che processuale. Scenario nuovo e nuovi protagonisti capitanati da una ben calibrata Giovanna Mameli. Lei, single per scelta e non per vocazione, nella vita ogni tanto un pensierino l’ha fatto su riuscire ad avere una propria famiglia, a cinquant’anni dopo trent’anni come collaboratrice come esterna in un quotidiano regionale sardo di Oristano, è stata assunta in pianta stabile dal Corriere  e ora  deputata a  coprire un posto vacante in una redazione periferica della Penisola  al di là del Tirreno. Promozione, o cambiamento che dir si voglia dire, annunciata da Tommaso Caponero, il collega milanese che segue le edizioni locali. La loro è da anni una conoscenza virtuale, fatta di e- mail, telefonate e messaggi, anche se sufficiente da stuzzicare in entrambi  reciproca curiosità e interesse. La sua nuova sede lavorativa  è una piccola città della penisola a tre ore di strada dal porto in cui è approdata con il traghetto per raggiungere con la sua vetusta Ford Fiesta il suo nuovo appartamento comodo e moderno in una palazzina.  Un piccola città la sua nuova sede dove, a detta del suo predecessore del Corriere, Mario Inglese ultrasettantenne ormai in pensione, girano molto soldi  e gravitano svariati interessi  economici e che vuol difendere  a tutti i costi il suo ruolo   di privilegiato  rifugio  per un’ampia clientela di ricchi pensionati.
E sarà proprio Mario Inglese, chiamato da tutti l’Inglese, a  fargli da apripista e cicerone il giorno dopo il suo arrivo e suggerirle delle prime  indicazioni logistiche gastronomiche e pratiche, dove andare a  suo nome. E darle il  nome e il contatto – prima di allargare il tiro a politici, amministratori e personalità utili per il suo lavoro,  visto che probabilmente  le verrà affidata anche la cronaca giudiziaria – di Giulio Costa, bravo e stimato avvocato che conosce a menadito l’ambiente del tribunale. Basterà una telefonata per fissare un appuntamento la mattina dopo per un aperitivo.
Due chiacchiere tra una rilassata Giovanna Mameli ormai abituata a  farsi accettare senza problemi con i suoi chili di troppo e il suo volto non proprio da Madonna, con naso e mento più grossi del dovuto  e  Giulio Costa, più o meno suo coetaneo, le tempie grigie,  uomo non bello ma non privo di fascino, brillante avvocato dall’aspetto professionale che, dopo averla presentata ad alcuni dei  presenti, e aver simpatizzato,  le chiede se desidera  accompagnarlo a  un’udienza per farsi un’idea della situazione. Quando, quella stessa mattina, per l’assenza dell’avvocato di ufficio di un certo  Nicola Piavan, tossicodipendente pregiudicato e accusato dell’omicidio della ottantaduenne  ex Direttrice di un istituto per anziani  Adelaide Santonofrio,  l’avvocato Giulio  Costa sarà provvisoriamente incaricato dal presidente del tribunale  di assumere la difesa di Piovan, Giovanna si interessa e caldeggia il  caso. E non solo, perché quando poi  Costa  vista l’ impostazione data dalla procura all’accusa, senza concedere al Piavan  un minimo di  difesa ammissibile, accetta di accollarsi la difesa, Giovanna decide di affiancarlo come giornalista nelle necessarie successive indagini.  A puntare il dito contro Piavan, come testimoni, imputandogli l’omicidio  sono i suoi due complici Priamo Bassi, uno  scafato pusher con diversi  precedenti penali per spaccio e Kristian Ascenzi, suo cliente e  viziato figlio di eminenti membri della crema locale, ricchissimi proprietari di farmacie.. Ed entrambi che hanno ammesso solo di essere  entrati con l’accusato, nella villa della vittima, per rubare, e con il supporto dell’avvocato  Giandonato Aquilani  principe del foro locale, sono riusciti a far  derubricare il loro reato da complicità in omicidio  a semplice furto.
Mentre Giulio Corti, dopo aver assunto come aspirante praticante Alessandro, neo laureato ma esperto anche in tecnologia e informatica,  s’impegna allo spasimo per  smontare le numerose falsità nelle testimonianze dei due complici, costruite a tavolino dall’avv. Aquilani con l’acquiescenza  della patrocinatrice di Priamo Bassi e si esibisce in straordinari equilibrismi difensivi  in aula, ciò nondimeno  le tesi dell’accusa,  sembrano inattaccabili, Giovanna  per parte sua dopo aver scoperto  che c’è stato  l’ intervento del padre di Kristian nel manipolare la stampa per non far parlare  del  figlio,  si è  convinta dell’esistenza di  sporchi altarini e complotti  dietro l’omicidio di Adelaide di Sant’Onofrio. E, fattasi paladina dell’imputato, conduce la sua personale inchiesta, immedesimandosi nel caso e nella mentalità delle persone, pur di riuscire in qualche modo  a sbrogliare la matassa, convinta che Piavan sia stato incastrato. Ma come riuscire a dimostrare  la sua innocenza, quando la potenza economica degli Ascenzi sembra in grado di arrivare dappertutto e  insabbiare ogni prova che possa essere favorevole all’imputato?
Una bella storia molto intrigante e che si avvale di una serie di personaggi  ben costruiti dall’autore,    coinvolti in un serrato intreccio di avvenimenti perfettamente credibili e  ben congegnati tra loro  con finale  inatteso e commovente… Assoluzione o condanna? Quale sarà la verità? Solo l’ultimo capitolo saprà  spiegare.

Patrizia Debicke

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