Katie Hickman

Milanonera intervista l’autrice de Il giardino delle favorite (Garzanti)

Una vecchia lettera apre le porte ad un mondo lontano e misterioso, proibito, come se la storia passata potesse sbaragliare il presente.Un romanzo ammaliante scritto da Katie Hickman, detective storica e dell’immaginazione.

Perché la scelta di 2 linee temporali : il presente e il 1599?
Nel 1599 inizia la storia, il presente invece è una guida per i lettori che permette loro di arrivare al passato, rende accessibile a tutti la storia narrata. Scrivendo di Elizabeth ho potuto condurre per mano i lettori, ho inserito la mia storia di ricercatrice, le mie ricerche riguardanti i personaggi storici, il mio essere detective storico, nella sua esperienza.
Perché il tema dell’harem e il tema delle concubine?
E’ un tema affascinante, misterioso, contrario alla nostra cultura. E’ un luogo segreto, come il vaso di Pandora, la curiosità umana si spinge sempre oltre i limiti, anche contro i propri interessi.
Parliamo del ruolo delle donne nel romanzo, sembra dominante?
Il loro potere è dominante, e dipendeva da reti di lealtà e amicizia, tuttavia la posto in gioco è altissima, infatti nel sistema ottomano in quel periodo non vi era la primogenitura, tutti i figli potevano aspirare al trono, gli altri venivano uccisi, perché avrebbero potuto sfidare il nuovo sultano. Ecco perché vi sono comportamenti estremi.
Invece il ruolo degli uomini?
Non è un ruolo marginale, sebbene possa apparire un po’ offuscato al dominio delle donne.
Il pensiero mussulmano è così importante nel romanzo, cosa le ha insegnato?
Mi ha insegnato a non essere mai sicuri del nostro modo di vivere, a non dar nulla per scontato.Il sistema ottomano in quell’epoca era completamente meritocratico, a differenza di quello europeo.
Perché la scelta di Instanbul?
Perché avevo due personaggi, uno inglese ed uno arabo e dovevo trovare un luogo che li collegasse.
Elizabeth fugge da una storia di amore sofferta per far luce nel buio del passato, è un atto di rivalsa e una ricerca di se stessa?
Elizabeth in realtà cerca di sbarazzarsi del suo rapporto tossico, andando via riesce ad avere lo spazio e il tempo per pensare a qualche cosa di più positivo, di nuovo, di sano in cui lei riesce ad essere se stessa, pur essendo una situazione senza aspettative.
Lei è figlia di diplomatici ed ha viaggiato molto, in Europa, America Latina e Medio Oriente, come hanno influiti questi viaggi nel suo divenire scrittrice?
E’ stata l’influenza più importante, poiché ho avuto l’opportunità di entrare in contatto con i misteri di altre culture, costumi, persone. E’ sempre stata una grande fonte di ispirazione.
Perché scrive e per chi lo fa?
Scrivo per le esperienze che ho vissuto e visto, volevo esprimerle e scrivo per il desiderio di raccontare una storia. Scrivo i libri che mi piacerebbe leggere e di argomenti che mi coinvolgono.
Perché la scelta di un romanzo storico?
Perché questo libro non avrebbe potuto essere un saggio storico, per gli argomenti trattati, a differenza dagli altri 2 saggi che ho pubblicato.
Perché consiglierebbe la lettura del suo libro?
E’ una storia entusiasmante, è come aprire una porta su un mondo segreto, bello, pericoloso, che altrimenti non si potrebbe conoscere.

claudia caramaschi

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