Il cadavere orrendamente mutilato di una ragazza viene ritrovato lungo un fiume in Svezia.
Un’attrice viene rapita in Inghilterra e vicino alla sua auto viene ritrovato un sacchetto per surgelare contenente le sue scarpe, indizio che riporta a una serie di efferati omicidi compiuti anni addietro e il cui colpevole è al sicuro dietro le sbarre.
Il racconto degli atroci omicidi che hanno scosso il quartiere londinese di White Chapel alla fine dell’800 fatto attraverso gli occhi di una testimone oculare, Freda, una cameriera svedese che conosceva le vittime e che ha vissuto la paura e il terrore seminati da Jack lo Squartatore.
Cosa accomuna questi tre fatti così lontani tra nel tempo e nello spazio?
Il modus operandi del killer richiama un caso chiuso da anni, ma le mutilazioni sui cadaveri, la piuma nera nell’orecchio e il sacchetto con le scarpe sono dettagli troppo precisi perché sia un caso.
È un emulatore e quindi la persona dietro le sbarre è innocente, oppure c’è qualcosa che era sfuggito nelle vecchie indagini? Quello che è certo, è che il tempo per salvare l’attrice rapita è poco, pochissimo,
A dipanare la matassa tornano due personaggi già protagonisti del libro precedente, Block 46: Emily, profiler, tanto brava quanto dura e arida, al limite dello sgradevole e della maleducazione, e Alexis una giornalista con una grande ferita nel cuore, A aiutare nell’impresa una squadra di poliziotti svedese, bastano le prime tre pagine per innamorarsi del detective di Karla Hansen, dura e ironica, e poi una collaboratrice affetta dalla sindrome di Asperger, le cui abilità si riveleranno fondamentali.
L’emulatore ha una scrittura snella e incisiva, ironica e tagliente, tanti brevi capitoli che hanno ritmo e velocità a una storia dura, durissima e avvincente che scorre veloce non lesinando colpi si scena, come ogni vero thriller dovrebbe fare. Johana Gustawsson è una scrittrice da scoprire!
L’emulatore è un libro crudo, anche se crudo non è proprio l’aggettivo adatto a questa storia, ma il perché lo scoprirete solo leggendolo…
L’emulatore
Cristina Aicardi