Ogni riferimento è puramente casuale? Ne parliamo con Antonio Manzini

Esiste qualcosa di più complesso che trovare delle domande da fare ad Antonio Manzini dopo avere letto il suo Ogni riferimento è puramente casuale? Sicuramente, ma anche questa era un’ impresa non da poco.
Ecco cosa ci  ha risposto Manzini con la consueta gentilezza e disponibilità.
downloadUno scrittore deve essere bravo e credibile. Cosa significa essere uno scrittore credibile?
Deve essere onesto, scrivere sempre qualcosa a cui tiene e che non vede l’ora di raccontare a qualcuno. La credibilità può farla la storia o il suo punto di vista, la lingua, la voce che ha trovato per narrare una storia.

Quando un libro è oggettivamente bello?
È una domanda alla quale non so rispondere. L’oggettività del bello è argomento ampiamente dibattuto nelle arti. Per cui ci provo. Scrittura, complessità dei personaggi, slancio e distacco dal quotidiano per arrivare a una dimensione meta storica dove sentimenti, pensieri, società parlino universalmente del male o della gioia di vivere, dell’essere umano.

Le critiche dei libri contano ancora?
Certo che contano. Sono lettori colti e critici che esprimono opinioni sul libro appena letto. Ogni critico ha un suo riferimento culturale, appartiene una scuola di pensiero, volente e nolente, il libro finisce nelle mani di tutti e indistintamente verrà premiato o bastonato. L’importante è ascoltare e capire e fare sempre tesoro delle critiche, anche se a volte fanno male.

Che responsabilità comporta essere un autore di successo?
Sei più facile da impallinare

Che rapporto hai con le classifiche e i dati di vendita?
Felice.

Fino a qualche anno fa era praticamente impossibile per i lettori parlare direttamente con gli autori. Ora i social hanno abbattuto questa barriera immaginaria. È una cosa positiva?
Dipende. L’uso del social può essere proprio o improprio. A me non viene mai in mente di parlare male di un libro su un social se non mi è piaciuto, in genere anzi non parlo mai dei libri, preferisco scherzare, restare leggero. Ho sempre avuto la sensazione che usare i social per scagliarsi contro qualcuno dimostra un grande dolore esistenziale da sfogare con la tastiera. Si creano dei piccoli club, quasi da tifo calcistico. Non c’è un vero dialogo, si spara nel mucchio. Le cose più cattive le ho lette proprio sui social. Ma si sa, dietro la tastiera sono tutti leoni. Mi piacciono le critiche costruttive e il confronto, il cecchinaggio lo trovo vigliacco e inutile. Provoca solo dolore, se non sai prendere le distanze. Quindi il dialogo diretto con gli autori è in realtà un finto dialogo, quasi inesistente.

Non si corre il rischio di finire per leggere l’autore e non il libro, di confondere lo scrittore con la sua opera?
Ovvio. Diventa personale. A me può fare schifo un tappeto ma non colui che lo vende o l’ha creato.

Tu come mantieni il necessario distacco?
Ci vado poco e, appunto, resto leggero e distaccato.

Mi dici la richiesta più strana o il commento più divertente che hai mai ricevuto via social?
Richieste strane non ne ho mai avute. neanche commenti strani. Si ricevono bellissimi complimenti o improvvisi calci sui denti. Fa parte del gioco, credo. Anche se è un gioco che non amo molto.

Esiste la meritocrazia in editoria?
Non ne ho la più pallida idea. Direi che siamo in una fase altalenante.

Mi definisci “ una narrazione coraggiosa”?
Che non ha paura del rifiuto, che sa di poter urtare qualche sensibilità, che resta fedele all’idea iniziale e non si piega alle richieste morali o politiche dei lettori.

Hai mai il timore che il libro non piaccia?
Sempre.

Tra 100 anni resterà qualcuno degli autori di oggi?
Oh, che domanda. Non lo so. Spero che fra cent’anni le persone leggeranno ancora Ben Fountain, Carrere, Ammaniti e Tiffany Mac Daniel. Sicuramente De Lillo e Roth ma sono già passati alla storia, no?

I libri indicano ancora il livello di una società?
Sono il polso. Lo era anche il teatro anche se stanno facendo di tutto per ucciderlo.

I libri sono ancora un’arma?
Molto spuntata.

E soprattutto, possono ancora essere i mattoni fondanti di una cultura storica e sociale o sono solo mattonazzi?
Uno su mille, credo.

Quando la letteratura ha iniziato a trasformarsi in marketing?
Quando è diventata un’industria. C’è stato un cambiamento, non vorrei azzardare una data ma credo intorno agli anni ’80.I titoli pubblicati sono aumentati in maniera esponenziale, facci caso ma anche le copertine si sono riempite di colori e titoli ammiccanti. Si sono moltiplicate le case editrici, piccole e medie che a dispetto di un bel titolo, spesso acquisito grazie un vecchio scrittore ormai scomparso, propinano centinaia di libri inutili perché devono fare cassa. Lo scrittore è diventato una specie di giullare che deve girare come le vecchie compagnie teatrali per proporre il suo libro, la televisione, i giornali con gli allegati. Un’offerta spaventosa per una domanda invece esigua.

Dopo la pubblicazione di Ogni riferimento è puramente casuale,hai ricevuto qualche critica o lamentela da “addetti ai lavori” ?
Critiche sul libro, certo, come sempre. Qualche addetto ai lavori si è divertito molto, e questo mi ha riempito di gioia.

Hai un libro feticcio che rileggi ciclicamente?
La montagna incantata e Delitto e castigo. Con i brandelli che Dostojevskij lascia per strada noi scriviamo sedici romanzi.

Non potendoti chiedere “ fatto buon viaggio?” o” l’albergo le piace?”, ti chiedo di salutarci con una dedica…
Non mollate.

Grazie a Antonio Manzini per la disponibilità.
Qui la recensione a Ogni riferimento è puramente casuale

 

60299976_422317475013151_705882487892475904_n (1)Ricordiamo che Antonio Manzini sarà uno dei grandissimi ospiti del Festival
Giallo di Sera a Ortona
Ortona (Ch) dal 21 al 23 giugno 20019
Antonio Manzini incontrerà il pubblico venerdì 21 giugno alle ore 21.00 nella piazza del Teatro Tosti. Modera Romano De Marco
Qui il link per il programma completo.
Per informazioni su eventi e ospitalità a Ortona: giallodisera.ortona@gmail.com

La foto di Antonio Manzini è di @Paolo Manacorda

Cristina Aicardi

Potrebbero interessarti anche...