Londra 1888, piena epoca vittoriana, la popolazione è terrorizzata dai sadici assassini di Jack lo Squartatore, il buio e la fuliggine sulla città non sono solo fisici ma anche mentali, la polizia non riesce a trovare alcun indizio cui aggrapparsi.
Viene chiamato in aiuto Lord Duncan Rosebery, nobile scozzese, intelligente, intuitivo e soprattutto empatico, dovrà condurre un’indagine parallela, infiltrandosi in un gruppo di attori .
Inizia così una vicenda a tinte fosche, in cui ognuno combatte i suoi demoni, in cui ognuno ha un passato da dimenticare, che ancora agita fantasmi mai scomparsi.
Il buio dei vicoli malfamati sembra irradiarsi da tutti quegli squallidi individui che li percorrono, la brama di denaro non basta a questi pervertiti, è il possesso delle persone, non solo fisico, anche mentale, che da loro appagamento.
In questa storia si scava nella profondità della mente umana, si vuole indagare nei tortuosi e complessi meandri che la caratterizzano.
E, come sempre, il finale giunge inaspettato e sembra rievocare alquanto l’atmosfera di alcuni romanzi di Agatha Christie.
Potremmo definirlo il romanzo perfetto, giusta dose di thriller, impeccabile l’ambientazione, ben confezionate le storie ed i personaggi, giusta dose di amore e di erotismo, insomma ogni cosa al suo posto. Non mancano citazioni dotte e riferimenti alle problematiche sociali dell’epoca, niente è lasciato al caso.
Forse è questo il problema, tutto è troppo perfetto, in questa perfezione avremmo voluto trovare un guizzo di vera umanità , dolente ed imperfetta. Il lettore segue le vicende dei protagonisti, ma non entra in contatto con loro; manca il feeling che, alla fine del libro, ti fa desiderare di saperne ancora e ti fa desiderare di stare ancora un po’ con loro.
La vicenda è conclusa e ognuno se ne torna al proprio posto, lettore compreso; non necessita un seguito anzi, sarebbe superfluo.
