La donna in rosso – Alex Beer



Alex Beer
La donna in rosso
Edizioni E/O
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recensAvevamo lasciato l’ispettore August Emmerich e il suo assistente Ferdinand Winter conciati piuttosto male, ma comunque in procinto di ottenere il passaggio dalla polizia alla sezione Omicidi. La risoluzione del caso piuttosto intricato raccontato ne Il secondo cavaliere gli era valsa la promozione, anche se a costi piuttosto elevati.
Emmerich e Winter li ritroviamo sì alla sezione omicidi, ma non sono certi ben visti dai colleghi. Emmerich con i suoi modi rudi e con un aspetto tutt’altro che rispettabile è trattato con un certo disprezzo e un novellino come Winter non se la passa di certo meglio.
Sono stati praticamente relegati a fare le dattilografe. E forse Winter preferirebbe anche restarsene al caldo e nella tranquillità del commissariato. L’ispettore però proprio non riesce a rispettare le regole e a stare al suo posto. Ma i guai hanno anche una certa simpatia per il nostro protagonista, che volente o nolente si trova spesso al posto giusto (o sbagliato) nel momento migliore.
Se a questa tendenza a ritrovarsi in mezzo a casi complicati si aggiunge anche l’intuito di Emmerich, state certi che se c’è qualcosa di poco chiaro, pericoloso e illegale da fare l’ispettore sarà sempre in prima fila. In questo secondo romanzo, La donna in rosso (ed. E/O, pp. 345), l’autrice Alex Beer ci riporta nella Vienna degli anni ’20, proprio negli stessi giorni in cui a Berlino è stato tentato il Putsch di Kapp per sovvertire la Repubblica di Weimar.
La fame e la miseria provocate nell’ex monarchia austriaca sono sempre più feroci e hanno accentuato ancora il divario sociale. “Imperatore, re, nobiltà, cittadino, contadino e povertà”, una filastrocca citata da Emmerich nel testo ripercorre la piramide sociale preconflitto e con le dovute accortezze anche post.
Beer usa proprio l’investigatore per mostrare le divergenze di classi in opera all’epoca a Vienna. Non è un caso che Emmerich sia uno di Meldemannstraße, un poveraccio come quelli che si ritrova costantemente ad aiutare nelle sue indagini.
Un mondo di veterani, disagio e umanità varia gira attorno al protagonista e fa scoprire al lettore la Vienna delle pulci, delle strade malfamate, del bordello San Flora e della sua faccia meno pulita. Come per il precedente romanzo la Beer ha svolto delle accurate ricerche e riesce a rendere molto verosimile la ricostruzione di ambienti, situazioni e personaggi. In questo romanzo si concentra ancora di più sulle condizioni dei soldati tornati dal fronte e divenuti una delle fasce più disadattate e povere della popolazione. Un altro degli elementi usati dall’autrice è quello della nostalgia di una certa parte dei cittadini per il Kaiser e l’antico fasto dell’Impero, ormai decaduto.
La scrittura è coinvolgente e i colpi di scena sono calibrati e ben studiati. Una serie di omicidi e di trame senza nessun apparente legame daranno il via ancora una volta alle indagini, non autorizzate, del suo Emmerich Winter. Riusciranno i due a scongiurare che un innocente diventi vittima e che sia compiuti un altro omicidio?

Eleonora Aragona

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