Torna in libreria Salvo Toscano con un nuovo episodio, che poi è la decima indagine, della saga dei fratelli Corsaro.
Elena Vitale aveva compiuto quindici anni da pochi giorni la sera in cui scomparve dopo la lezione presso la scuola di danza, mentre tornava a casa lungo la strada alla periferia di Palermo che percorreva sempre.
SEmbra svanita nel nulla, volatilizzata e soprattutto non si riesce a trovare qualcuno in grado di dare delle informazioni utili per le ricerche.
Il padre non è ricco, gestisce una rivendita di tabacchi. Difficile pensare a un rapimento con richiesta di riscatto ma, avuta la notizia, Fabrizio Corsaro, quarantenne single, cronista di nera, con il cuore tenero tanto da essere da poco tempo padre affidatario di un bambino di cinque anni che gestisce con l’aiuto di tutta la famiglia, prova stranamente la sensazione che questo nasconda qualcosa di grosso e si reca a casa dei Vitale per intervistare la famiglia. E non sbaglia.
Il caso, infatti, esplode subito mediaticamente. Ai primi di settembre, fine estate, spesso i giornali a vuoto di fatti eclatanti si buttano a pesce sulle storie di cronaca. Per questoo la scomparsa della ragazzina suscita così tanta attenzione da finire persino in televisione. La storia è commovente, si ricorda che Elena è orfana di madre, morta da tre anni di leucemia. Si tira però fuori anche l’incriminazione del padre, anni prima, per lesioni ma per sua fortuna, ammesso che si possa chiamare fortuna quella di un poveretto a cui è scomparsa la figlia, quel pomeriggio essendo stato sempre nella sua tabaccheria ha decine di persone come testimoni e può contare su un alibi di ferro. Si ricama poi giornalisticamente sulla grande passione per la danza classica di Elena .
“La piccola ballerina di Palermo”, la soprannomineranno nei titoli i media. Ma per diversi giorni purtroppo, nonostante la generale agitazione, nessuna traccia di lei.
Si pensa un regolamento di conti di stampo mafioso, magari per un pizzo non pagato, e gli inquirenti verranno portati fuori strada da alcune intercettazioni che paiono prestarsi a strane interpretazioni. Ragion per cui, nonostante le sue profferte di innocenza verrà arrestato il boss Rinaldo Quartararo, con l’accusa di rapimento o comunque di essere il mandante del fattaccio . Ma qual è la verità?
Comunque, quando l’avvocato Roberto Corsaro, fratello di Fabrizio che ha già patrocinato il Quartararo in altre cause e non crede possa essere coinvolto in un atto tanto iniquo, accetterà di assumere la sua difesa per sapere di più di Elena Vitale e della sua famiglia, chiederà indicazioni anche al fratello Fabrizio. Sovrapponendo le loro informazioni, quando arriveranno a unire ciò che sanno, i fratelli Corsaro porteranno alla luce alcuni dettagli inquietanti. Dettagli che li spingeranno a mettere in relazione il caso di Elena con un’altra scomparsa, avvenuta un quarto di secolo prima…
Nel 1997 infatti Rosalba Marfia, anche lei di quindici anni, era scomparsa e di lei non si è saputo più nulla. Il suo caso è stato dimenticato ma quando Fabrizio Corsaro, ne verrà a conoscenza tramite un vecchio collega ormai in pensione, studiando tutti gli articoli pubblicati allora, si renderà conto di diverse analogie tra le due sparizioni. Ma niente può essere dato per scontato e, a guardare meglio, tutto potrebbe essere molto diverso da quanto si possa concepire.
Da quel momento tuttavia il romanzo si anima e viaggia nel tempo con una serie di ripetuti flash back che ci rimandano indietro di ben venticinque anni.
E la narrazione evolve a tre voci: quelle dei due fratelli che, oltre a spiegare la complessa progressione dell’indagine, introducono anche abili tocchi della loro vita quotidiana, barcamenandosi tra figli, mogli, amiche e genitori… Mentre la terza voce è quella riportata nelle pagine del diario di Rosalba Marfia. La quindicenne misteriosamente scomparsa nel lontano 1997, Un’indagine che assomiglia a un enigma, da risolvere per salvare Elena e riesumare e chiarire il caso di Rosalba, condotta con due punti di vista diversi: quello dell’ avvocato, che si trova a dover difendere un mafioso, e quello del cronista in caccia di notizie e di scoop.
E alla fine ciò che i due fratelli insieme riusciranno a scoprire sembra quasi tratto da un film di Trouffaut.
Anche stavolta i fratelli Corsaro , Roberto l’avvocato e Fabrizio il giornalista, sono brillanti, credibile e simpatici. Disponibili e dotati di profonda umanità con le loro avventure ci mostrano entrambi i loro punti di forza e le loro debolezze, il tutto accompagnato sempre da un velo d’ironia punteggiato di anticonformismo che ci piace. Sono comprensivi, responsabili sempre professionali, e ciascuno a suo modo saldamente legato alla famiglia.
Un thriller “La lama dell’assassino” costruito con maestria che ci fa scoprire come inattese conseguenze di alcune azioni, possano colpire a fondo, come una lama anche a distanza di anni.
Un romanzo coinvolgente, appassionante, toccante, denso di colpi di scena, in cui troverete poco e nulla di facilmente prevedibile e con un finale a sorpresa.
La lama dell’assassino – Salvo Toscano
Patrizia Debicke