Operazione Madonnina



Besola Ferrari Gallone
Operazione Madonnina
frilli
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I tre milanesissimi Riccardo Besola, Andrea Ferrari e Francesco Gallone sono gli autori, insomma le tre teste, tre penne e sei mani che hanno scritto Operazione Madonnina. Milano 1973, pubblicato da Frilli l’editore genovese che ha portato in libreria Dario Crapanzano. Nessuno dei tre autori, Besola il maggiore è del ’74, era ancora nato nel 1973, anno di ambientazione della storia, ma l’annata è di quelle buone, come il vino, e l’idea funziona. Cominciamo con applaudire la scelta del titolo. Milano tira sempre, la trama, scorrevole e indovinata, ha il suo appeal e Operazione Madonnina, uscito il 13 aprile, è già entrato in classifica e furoreggia nelle librerie milanesi. Suggeritore occulto della commedia nera a tre, Luca Crovi. Postazione di lavoro: un bar, il Joker di via Colonna. Riferimenti cinematografici: Monicelli e il suo indimenticabile I soliti ignoti che, per l’occasione i nostri hanno trapiantato a nord, poi Milano calibro 9 (1972) (stesso titolo di un’antologia di racconti di Giorgio Scerbanenco, che cha suggerito anche il criminale Ugo Piazza) diretto da Fernando Di Leo e Tony Arzenta (1973) di Duccio Tessari. E altri utili collegamenti letterari: il commissario Ambrosia di Renato Olivieri e le trame noir americane di Chandler. Milano 1973. Sono gli anni del dopo boom che vedono: l’Austerity, la polizia con le mani legate di fonte alla criminalità che dilaga e comincia a fare l’occhiolino alla politica, mentre impazza l’imprenditoria senza scrupoli, ma anche l’epoca d’oro delle grandi penne giornalistiche e di Mike Bongiorno con Rischiatutto. Passiamo ai protagonisti: Angelo, il cencio, il povero terun, a Milano dal ‘59, che vende fiori a un chiosco davanti al Cimitero Maggiore, Lorenzo Eller, il regista, che lavora in pubblicità, il riccastro della compagnia, ma con il vizio del gioco e l’Osvaldo, il gigante che gestisce un’osteria con bocciofila, riuniti dopo anni al cimitero dal funerale di un vecchio compagno di lavoro… Il tutto mentre Ugo Piazza, scontata la sua pena, è in uscita dal carcere, Benito Malaspina, detto il Mala, il commissario di polizia che ce l’ha spedito vive di paranoie per paura della sua vendetta e il cronista di nera Dino Lazzati, detto Fernet, ricama i suoi articoli tra una partita al flipper e una soffiata. Ma una troupe cinematografica ha distrutto il chiosco di fiori di Angelo, il padrone dell’osteria di Osvaldo vuole aumentargli l’affitto e Lorenzo, che ha perso ai cavalli, si trova con l’acqua alla gola. Insomma per loro tre la rovina o quasi, a meno di un’idea geniale per risolvere tutti i guai. Girava la leggenda che la Madonnina fosse d’oro massiccio… «Basterebbe imbracarla, sbullonarla e portarla via con un elicottero durante la messa dell’8 dicembre…» Rubare la Madonnina del Duomo? Un piano folle, degno di una banda di disperati disposti a tentare il colpo… Un crimine impossibile? O la realtà riuscirà a superare la fantasia. Chissa? Io non parlo! Per sapere andate in libreria.

patrizia debicke

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