Mirko Giacchetti, il super inviato di MilanoNera, ha visto per noi i film finalisti al Premio Caligari 2018.
Oggi ci parla di La terra dell’abbastanza che sarà programmato martedì 4 dicembre alle ore 17 all’Auditorium – IULM 6
La metamorfosi di Seth Brundle.
Vi siete mai chiesti quali inquietanti sogni avesse fatto Gregor Samsa prima di risvegliarsi scarafaggio? Per quanto possibile, qualche risposta l’ho trovata mettendoci del mio e guardando La mosca di David Cronenberg, remake de L’esperimento del dottor K del ’58.
Certo, ci sono alcune variazioni. Uno termina la propria metamorfosi in scarafaggio, l’altro in mosca e anche sui tempi non c’è paragone: al commesso viaggiatore basta una notte, il Dottor Brundle impiega qualche giorno.
Tutti e due da uomini diventano degli insetti, ma se il primo si rende conto del cambiamento e non vuole uscire dalla propria camera perché consapevole di essere un mostro, per l’altro il discorso è diverso. Si tratta di un’evoluzione graduale, mentre Jeff Goldblum scompare sotto il make up, da protagonista diventa antagonista, da buono a cattivo.
Un passaggio che non viene mai percepito come un peggioramento, ma come un netto miglioramento. Come a dire che durante il naufragio del Titanic si possa avere l’opportunità per divenire il miglior pesce dell’oceano.
La terra dell’abbastanza è il primo lungometraggio scritto e diretto dai fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo. La pellicola è decisamente noir ed è ambientata nella più degradata periferia romana. Narra le vicende di Manolo e Mirko, due ragazzi che frequentano la scuola alberghiera, la cui vita viene stravolta da un incidente automobilistico. I due amici superano gli iniziali sensi di colpa quando scoprono di poter volgere a loro favore la situazione.
Un film che mostra quanto sia facile abituarsi al male senza mai compiere davvero una scelta che porti a essere cattivi e di quanto sia possibile reggere un tale cambiamento rimanendo indifferenti a tutto e tutti.
Una sorta di metamorfosi al contrario, di due farfalle che si trasformano in bruco.
Si inserisce nel filone crime e non sfigura affatto se accostato a Dogman, Suburra, Romanzo criminale, ma con una marcia in più perché non si limita a raccontare una storia di delinquenti, va oltre approfondendo la psicologia dei personaggi Mirko e Manolo interpretati da Matteo Olivetti e Andrea Carpenzano. Di come vivono e interagiscono con lo squallore in una totale mancanza di riferimenti, nel grigiore della moralità della terra di confine sospesa tra la presunta abbondanza del crimine e l’endemica carenza promessa dalla legalità .
I fratelli D’Innocenzo sono Fabio e Damiano, gemelli romani che scrivono e dirigono insieme. Come ho già scritto, si tratta di un’opera prima che però non presenta la rigidità calligrafica tipica degli esordi. La terra dell’abbastanza è un lavoro sicuro, i registi sanno ciò che fanno, sono in grado di accogliere e rielaborare in maniera personale la tradizione cinematografica e arricchiscono la loro arte con linguaggi che vanno oltre la macchina da presa.
La terra dell’abbastanza
04/12/2018 h 17:00: IULM 6 – Auditorium
Introduce il film il regista Fabio D’Innocenzo
PREMIO CALIGARI
Premiazione del vincitore 2018
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