Le ali della sfinge



andrea camilleri
Le ali della sfinge
sellerio
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Le ali della sfinge L’abbiamo letto in due, e ne volevamo parlate tutti e due. A Camilleri, poi, una doppia recensione non la si poteva negare…La bravura di Camilleri non si smentisce nemmeno con questo nuovo libro anche se ormai la storia d’amore fra Montalbano e Livia sta assumendo i toni di una telenovela. Oltre agli altri immancabili ingredienti: le frecciate all’ex governo, le mangiate di pesce, le difficoltà con Lidia, il tormentone “lo faranno o non lo faranno?” del commissario con la stangona svedese Ingrid…Una piacevole lettura; anche se la storia gialla non è certo di quelle da non farti dormire. Personaggi, dialoghi, situzioni: chiare e precise come sempre; il solito scoppiettante Catarella che con le sue battute basta da solo a giustificare la spesa del libro. La trama è presto detta: ci sono tre ragazze, anzi quattro con un tatuaggio di farfalla sulla spalla. Vengono dalla Russia (senza amore). Intorno a loro ruota tutta la vicenda che poi è la solita scusa per raccontare la Sicilia, il mare, Marinella, le passeggiate al faro, i pranzi da Enzo… Insomma avete capito. (paolo roversi)Torna il commissario Montalbano, undicesimo romanzo della serie di Andrea Camilleri, un successo quasi senza precedenti, più di 6 milioni e mezzo di copie vendute in Italia, primi posti nelle classifiche di oltre 120 paesi, eroe televisivo interpretato dal bravissimo Luca Zingaretti . Il romanzo parte malinconicamente col tema dell’ età “Ma cos’è ‘sta storia dell’età” disse Montalbano secunno. “Com’è possibile che a cinquantasei anni tu ti senti vecchio? La vuoi sapire la vera virità?”. “No” disse Montalbano primo. “E io te la dico lo stisso. Tu ti vuoi sintiri vecchio pirchì ti torna comodo. Siccome che ti sei stancato di quello che sei e di quello che fai, ti stai costruenno l’ alibi della vicchiaia. Ma se ti senti accussì, pirchì come prima cosa non presenti ‘na bella littra di dimensioni e ti chiami fora?”.
Un romanzo stupendo. Ci sono i consueti ingredienti delle inchieste del commissario Montalbano. Vigata, le incongruenze verbali di Catarella, gli amici/colleghi Mimì Augello e Fazio, il dottor Pasquano, medico legale, bravissimo nel suo mestiere, ma dal carattere burbero, la trattoria da Enzo, con descrizione di piatti succulenti, che per gli amanti dell’ enogastronomia e i golosi sono una tentazione continua, e poi il celibato adultero con la fidanzata eterna LIvia, rapporto sempre più tormentato. L’ inchiesta parte con il ritrovamento in una discarica del cadavere di una giovane bellissima ragazza, che ha una farfalla tatuata sulla scapola, una “sfinge”: una farfalla migratoria e notturna, come le nuove schiave. Montalbone si troverà invischiato in quel mondo tra prostituzione, anime devote, monsignori e preti.
C’ è parallelamente il rapimento/scomparsa di un ricco commerciante. I “mostri” sembrano mulini a vento, “la provvidenza” è un prestanome criminale, i campi d’ accoglienza degli immigrati sono lager, i sequestri di persona possono essere anche messinscena da operetta, e “la Buona volontà” piuttosto che pensare al recupero di povere ragazze, potrebbe essere un ulteriore passaggio nella schiavitù e nel dramma.
Malinconico e pungente più che mai, Camilleri traccia un altro arazzo raffinato e struggente. E Montalbano? Sempre più tormentato “Me lo spieghi bono che cosa sai fari nella vita a parte il misteri tò? Mangi, cachi, dormi, ti leggi qualchi romanzo, ogni tanto vai al cinema e basta. Non ti piace viaggiare, non fai sport, non hai hobby, e a ben considerare non hai manco amici coi quali passare qualichi orata…” .
Io lo amo da sempre, l’architettura romanzesca ironizza su se stessa. E diverte malgrado tutto.
(davide fent)

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