La violoncellista – Daniel Silva



Daniel Silva
La violoncellista
HarperCollins Italia
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Gabriel Allon, restauratore di opere d’arte per hobby e agente segreto dei servizi israeliani per lavoro, è alle prese con una nuova missione. Sarah Bancroft, mercante d’arte a Londra, ha per le mani un quadro davvero unico: La suonatrice di liuto attribuito ad Artemisia Gentileschi. E unico dev’essere anche il suo compratore, in grado di sborsare una cifra considerevole. Viktor Orlov, ex oligarca russo rifugiato a Londra, ha un assegno da cinque milioni di sterline pronto. Quando però Sarah si reca nella sua residenza super protetta ha una sgradita sorpresa. Viktor è morto, avvelenato con il Novichok, una potente neurotossina di fabbricazione russa. Chi aveva interesse a eliminarlo? La sostanza era contenuta tra le pagine di un fascicolo che gli era stato consegnato dalla giornalista Nina Antonova che lavora tra Londra e la Svizzera. Allon, amico di Viktor, interviene iniziando a indagare proprio in Svizzera, cercando di capire cosa aveva per le mani la giornalista. Le tracce portano a una bella violoncellista, Isabel Brenner che lavora per la Rhinebank, la banca più sporca del mondo. Un suo settore in particolare, detto la lavanderia russa, è il centro per il riciclaggio di tutto il denaro sporco proveniente dagli affari illeciti degli oligarchi russi e addirittura di importanti membri del governo. Isabel accetterà di collaborare con Allon e non esiterà a mettere a rischio la propria vita per far luce sulle pericolose trame che partono proprio dal Cremlino.

Il libro avvincente e ben costruito è il classico romanzo di spionaggio. Come abituati da Fleming, troviamo un mondo rigorosamente diviso in buoni e cattivi, ovvero nell’esatto ordine, Occidente e Russi. Non ci sono dubbi né tentennamenti il male proviene dalla Russia, anzi è la Russia impersonificata dal suo Presidente e il bene è il mondo occidentale.

La situazione storica descritta è quella attuale, ci troviamo in piena pandemia, nel periodo di interregno tra un presidente americano che non accetta la sconfitta elettorale e uno nuovo che deve insediarsi. Anche se molti fatti sono per forza di cose romanzati, tuttavia ritroviamo molti dei protagonisti e delle vicende degli ultimi anni, compreso l’assalto al Campidoglio che ha traumatizzato l’America e non solo.

Tra le pagine spuntano echi del già citato Ian Fleming, (come non pensare infatti alla violoncellista di The living daylight) e inevitabilmente del grande John Le Carré. Quello che manca di Le Carré sono però i tormenti psicologici dei protagonisti, il loro arrovellarsi sul grande gioco in cui sono coinvolti. Allon è di sicuro più Bond che Smiley, non ha incertezze e combatte la sua battaglia in nome del mondo libero contro l’impero del male. Come in Fleming Silva ci trascina in un vortice di azione e colpi di scena, e come in Le Carré ci coinvolge in complessi intrighi internazionali dove il doppio gioco è un’arte difficile e pericolosa.
Una lettura sicuramente consigliata a chi ama le spy story ricche di adrenalina.

Cristina Bruno

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