L’ombra del grande muro



Leo Malet
L’ombra del grande muro
Fazi
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Inaspettatamente ancora un noir del maestro di questo genere, Leo Malet, a cui tantissimi autori, francesi ma non solo, si sono ispirati. Un noir che è da ricondurre alla famosa “ Trilogia Nera “ ( La vita è uno schifo; Il sole non è per noi; Nodo alle budella ). Sicuramente ( o forse, quasi sicuramente, chissà ) Nanny Loy non si può essere ispirato a questo libro nell’aver diretto Alberto Sordi nell’indimenticabile film, centrale nel filone del realismo cinematografico, Detenuto in attesa di giudizio. Nonostante questo, quante fonti d’ispirazione poteva fornire lo scritto di Malet alla cinepresa di Loy. Una differenza fondamentale è opportuno, però, segnalare : se nel caso del film, l’incubo kafkiano ha. per certi versi, fine con la scarcerazione dell’innocente di turno che ha a che fare con un calvario giudiziario interminabile; nel caso del libro si assiste all’esclusione sociale di chi nonostante sia risultato innocente, è messo ai margini rispetto ad affetti, professione ecc… e quindi non trova di meglio che, introiettare in modo perfetto quanto imparato nel proprio vissuto carcerario entrando a pieno titolo nel mondo dell’illegalità e del conseguente crimine senza vie d’uscita se non quella del rientro, in questo caso non da innocente, nel circuito carcerario. Certamente un noir, che ancora volta, dà innumerevoli spunti per descrivere non solo la realtà sociale negli Stati Uniti degli anni ’30, ma anche tanti episodi della cosiddetta “ mala giustizia “ a cui siamo, più o meno, abituati. Dopo aver letto questo noir, la speranza è che Fazi editore che con impegno, da tempo, ci sta facendo conoscere gli scritti di Malet, riesca a scoprirne di nuovi.

Todaro Edoardo

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