Immagini fantastiche, metafore rutilanti, similitudini e ricami di parole sulle prime pagine di questo splendido romanzo: poi la narrazione scorre più distesa, passando dal sogno alla realtà , adattandosi all’argomento, ma con la ricchezza letteraria e con i guizzi di fantasia cui Ilaria Tuti ha abituato i lettori.
Teresa Battaglia ha ormai avvinto gli appassionati: siamo ormai al terzo romanzo che la vede protagonista dopo “Fiori sopra l’inferno” e “Ninfa dormiente”. Una bella e insolita figura di commissario di polizia, anziana, malata, fragile ma anche dura come un cristallo, col peso di anni ed esperienze sulle spalle, con l’incubo del morbo di Alzheimer che limita memoria e lucidità , ma lascia ancora intatto quell’intuito che le fa sentire nel profondo quando i fatti nascondono oscure verità .Â
Una bambina di nove anni, Chiara, una diversa, emarginata, con una malattia genetica rara che la costringe a sottrarsi alla luce del giorno, condannandola all’oscurità e alla solitudine: le racconta il suo sogno, ha visto la tomba di un bambino nel bosco. Teresa le crede, va oltre le apparenze e i pregiudizi, e si getta nell’indagine affiancata dall’ispettore Marini.Â
Non è facile cercare l’inafferrabile, ma la caparbietà dei due poliziotti svela poco a poco il cold case che ha dato origine a una trama oscura di sopruso e violenza: la storia ha il suo inizio negli anni Novanta, ai tempi della guerra serbo-bosniaca, del massacro di Srebrenica, dell’esodo di tanti perseguitati dai paesi balcanici martoriati, profughi alla ricerca di una salvezza che non è mai sicura come è stata sognata.Â
Orribile il traffico di bambini rapiti ai genitori, venduti, spariti in un nulla che ha le sembianze di un mostro dalle zanne affamate di denaro sulla pelle di innocenti. Avidità senza scrupoli contro innocenza e fragilità . Odio razziale, traffico di vite umane, pulizia etnica.
Ha ragione Teresa a incaponirsi: troppi atti efferati sono stati compiuti e la rotta dei Balcani è tuttora percorsa dai disperati che cercano rifugio in Europa. Ancora nel 2016 in Ungheria, la percentuale di minori migranti non accompagnati, scomparsi nel nulla dopo la registrazione è del 95%, in Slovenia 80%, circa diecimila casi all’anno stimati. Un orrore senza fine.
Argomento doloroso e difficile quello su cui ruota il romanzo, affrontato dalla scrittrice con la maestria di chi vuole passare un messaggio poco conosciuto, usando il genere giallo poliziesco, sempre gradito ai lettori. Realtà storica e fantasia si amalgamano, come già negli altri libri della Tuti, avvolti dal linguaggio e dalla sapienza di chi sa narrare incantando i lettori, commuovendoli.Â
Luce della notte è un romanzo che porta alla ribalta storie sofferte di donne che, colpite dalla sorte avversa, sanno combattere o aspettare, ma hanno resilienza insospettabile. Teresa Battaglia, la piccola Chiara e Anbar Imamovic’ sono figure che rimangono nell’anima.
Regalatevi i quattro libri di Ilaria Tuti: superano i confini del genere giallo per offrire al lettore il gusto di leggere letteratura di alta qualità .
Luce della notte – Ilaria Tuti
Tiziana Viganò