La bibliotecaria che inciampò in un omicidio (e forse trovò l’amore)
La letteratura di genere giallo è piena di personaggi non professionisti che si affiancano al lavoro ufficiale degli investigatori, a volte intralciandolo e a volte fornendo spunti originali come se avessero un particolare occhio per i dettagli, che sfuggono alle indagini canoniche.
È così che conosciamo pensionati, scrittori, avvocati, casalinghe; questo è invece il caso di una bibliotecaria, appassionata naturalmente a crimini e misteri.
La Bibliotecaria che inciampò in un omicidio è un classico cozy crime, quel genere di giallo divertente dove non si ritrovano brutalità ed efferatezza che caratterizzano solitamente questo tipo di storia.
Kitt Hartley è nella sua zona di conforto, tra libri e tè inglese, nella biblioteca dell’Università di York quando riceve la visita dell’affascinante ispettore Halloran, dagli occhi del colore dell’Oceano in tempesta, e della sua collega, Charlotte Banks.
La migliore amica di Kitt, Evie, è sospettata dell’omicidio dell’ex fidanzato Owen: lui l’aveva lasciata scrivendole su Messenger, dopo due anni di relazione.
Il suo corpo è stato ritrovato dalla domestica e sul petto è stata conficcata una penna stilografica.
Per Kitt è impossibile che la sua migliore amica possa essere colpevole e inizia così le sue personalissime indagini, attingendo alle sue passioni ma anche alla profonda conoscenza delle dinamiche che ha appreso leggendo i libri dei suoi scrittori preferiti.
Inutile dire che l’affascinante Halloran è infastidito, anche perché Kitt è tutto fuorché discreta e la sua presenza – e quella delle aiutanti investigatrici – si rivela subito d’intralcio.
Entriamo nella cittadina di York, nelle relazioni, nei personaggi caratteristici della piccola comunità, per arrivare poi a temerla questa comunità dove niente è certo e dove nessuno è al sicuro.
Helen Cox è originaria dello Yorkshire e scrive per numerose riviste. Insegna poesia e scrittura e conduce un podcast molto popolare. La serie con la bibliotecaria detective ha avuto molto successo in Inghilterra ed è tradotta in molti Paesi europei.
La dedica che apre il libro è rivolta proprio a tutti i bibliotecari: un mestiere difficile, mai come in questo caso!