Non era vero



Clare MacKintosh
Non era vero
DeA Planeta
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La polizia dice “suicidio”
Anna dice “ omicidio”
Si sbagliano entrambi…
Anna ha una bimba di pochi mesi avuta da un uomo più grande di lei. Lo ha conosciuto in una circostanza particolare: era il terapeuta da cui andava per rimettere insieme i pezzi della sua vita dopo la morte dei genitori, suicidi dalla stessa scogliera a diversi mesi di distanza una dall’altro.
I corpi non sono mai stati ritrovati e le domande sono senza fine: perché lo hanno fatto? Che cosa li ha spinti ad abbandonarla in questo modo? E proprio ora , con una bambina appena nata, Anna sente ancora di più la mancanza di sua madre, quel vuoto improvviso che non riesce a colmare.
Nel giorno del primo anniversario della scomparsa di sua madre, Anna riceve un biglietto d’auguri.
Il macabro biglietto augurante un felice anniversario contiene un inquietante messaggio: suicidio. Sei sicura?
Queste poche parole riaprono la voragine che stava cercando di colmare e il dubbio la assale: che siano stati uccisi?
Anna va dalla polizia, ma il caso è stato archiviato come suicidio e l’unico a darle rette è Murray, un ex poliziotto in pensione che presta servizio come volontario.
Intanto un’ombra si aggira nella casa di Anna in cerca di qualcosa e strani atti intimidatori e minacciosi cercano di farla desistere dalla sua ricerca della verità.
Perché scavare nel passato può rivelarsi pericolosissimo e può rovinare il futuro…
Con Non era vero Clare Mackintosh torna con un nuovo giallo che mescola abilmente il thriller, il giallo psicologico e analisi sociale.
Verità, bugie, segreti, un’approfondita analisi della psicologia dei personaggi, una fluida scrittura, e una diretta conoscenza delle procedure di polizia, costruiscono una storia che regala nel finale un colpo di scena sorprendente e assolutamente imprevedibile.
I diversi punti di vista con cui procede la narrazione regalano una visione completa della trama, il caleidoscopio della verità, di tutte le verità che ognuno preferisce raccontarsi e che esplodono nel finale.
La trama gialla, decisamente intrigante, dà all’autrice la possibilità di parlare di amore, di suicidio, di famiglia, di convenzioni sociali, di malattia mentale, di perdita, di disillusione e di odio. Di come spesso l’immagine che ci costruiamo di alcune relazioni sia diversa dalla realtà, di come sia in fondo facile farsi “un film” che si adatti meglio ai nostri desideri. Perché ci sono cose che preferiamo fingere di non vedere, di non capire.
Particolarmente riuscita e toccante è la narrazione della storia d’amore del poliziotto Murray e di sua moglie. Due persone che si amano profondamente nonostante le difficoltà, due che combattono insieme e non uno contro l’altro.
Non era vero: la verità può avere conseguenze inaspettate

Cristina Aicardi

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