Siamo in Norvegia, a Sandefjord, dove Cecilia Wilborg trascorre le sue giornate perseguendo un unico scopo: apparire sempre perfetta, di fronte agli altri e, soprattutto, a se stessa. Questa ricerca, a dir poco disperata, la fa sentire viva, permettendole di dimenticare quell’enorme e imperdonabile sbaglio di qualche anno prima, da cui non potrà mai tornare indietro. Se suo marito Johan venisse a scoprire ciò che ha fatto, la lascerebbe senza ripensamenti; Cecilia non può tollerarlo perché ciò significherebbe rinunciare all’esistenza impeccabile e costruita con grande determinazione, le sue amiche non la invidierebbero più, nessuno la vedrebbe per la donna affascinante e fortunata che è, anzi si trasformerebbe subito in una fallita e una pazza. No, non deve permettere che succeda. Ma non sa che qualcosa, di lì a poco, metterà in luce i propri errori, costringendola a venire a patti con se stessa.
Tutto inizia in un umido e freddo martedì di ottobre; Cecilia accompagna le sue due splendide bambine, Nicoline ed Hermine, in piscina. Fermandosi, come al solito, ad aspettare la fine della lezione, nota un bambino mai visto prima e cerca di individuare i genitori, nonostante sia quasi sicura che non ci sia nessuno con lui, conosce almeno di vista tutti gli altri volti. È l’espressione di quel bambino a destabilizzarla, sembra impaurito e profondamente triste, si tiene in disparte, ha qualcosa di molto strano che la turba in modo inspiegabile. Terminato il corso, Cecilia non vede l’ora di tornare a casa per bere un bel bicchiere di vino seduta di fronte al camino, dimenticando la giornata appena passata. Ma è proprio in quel momento che la segreteria del centro sportivo la chiama da lontano per chiederle di portare a casa un bambino, non sono venuti a prenderlo e ha provato a chiamare la madre non ricevendo risposta. Il bimbo è proprio lui, Tobias, quel piccolo che Cecilia ha osservato per tutta la durata della lezione. La Wilborg si sente costretta ad accettare, non può dar modo di sparlare di lei in paese e rifiutare una richiesta del genere significherebbe rinunciare per sempre alla propria reputazione. Non sa che quella decisione vanificherà anni e anni di sotterfugi e terribili bugie. Tobias riferisce l’indirizzo di casa, ma quando arrivano a destinazione il luogo è a dir poco spaventoso e deserto, non è possibile che quel bambino viva lì. Cecilia, terrorizzata, viene colpita da un impulso folle e irrazionale, così porta con sé il piccolo, senza avvisare nessuno, convinta che sia la scelta giusta; ha un piano: il giorno dopo l’avrebbe lasciato a scuola e poi se ne sarebbe andata, non è figlio suo in fondo, non spetta a lei accudirlo. Tuttavia è proprio lì che si sbaglia… Il giorno seguente riceve una chiamata dai servizi sociali, a conoscenza dei fatti della sera precedente, per avere notizie più dettagliate su Tobias. I genitori non si trovano e il posto che lui chiama casa non può definirsi tale in quanto famoso luogo d’incontro di drogati e spacciatori. Cecilia si ritrova coinvolta in una situazione inaspettata, che porterà a galla segreti terrificanti, celati da una fitta rete di menzogne e colpi di scena.
Il ragazzo della porta accanto, thriller dalle inquietanti sfumature noir, viene raccontato da tre punti di vista differenti; il lettore inizialmente entra in contatto con Cecilia, solo in un secondo momento conosce la visione di altri due personaggi, fondamentali per lo sviluppo dell’intera vicenda: Tobias e una certa Annika, donna totalmente diversa dalla signora Wilborg a cui la vita ha dato solo duri colpi. Quale sarà il filo conduttore di queste tre esistenze, all’apparenza così diverse e inconciliabili? Siate certi che la verità è imprevedibile e vi lascerà, senza alcun dubbio, a bocca aperta…
Il ragazzo della porta accanto
Claudia Sermarini